Il presidente statunitense Donald Trump, in una delle sue uscite più controverse, ha assunto un atteggiamento definito “imperialista” da diversi osservatori internazionali, scatenando reazioni dure e compatte da parte dei partner e alleati globali.
Groenlandia: la reazione europea
Trump non sembra intenzionato a rinunciare alla Groenlandia , un’isola strategica dal punto di vista geopolitico e ricca di risorse naturali . La premier danese Mette Frederiksen ha chiarito che ” la Groenlandia appartiene ai groenlandesi “, mentre il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen ha lasciato spazio al dialogo per rafforzare la cooperazione tra le due nazioni . È inoltre sopraggiunta l’ipotesi di referendum indipendentista per la prossima primavera in Groenlandia, su cui Trump sembrerebbe puntare per destabilizzare la situazione e aumentare la pressione su Copenaghen . L’ Unione Europea ha preso una posizione ferma. ” La sovranità degli Stati deve essere rispettata “, ha dichiarato una portavoce della Commissione Europea, la quale ha anche respinto la richiesta di Trump di aumentare le spese NATO al 5% del PIL. La Germania e la Francia sono state tra i Paesi più vocali nel rispondere alle dichiarazioni del neo-presidente. Il cancelliere tedesco dimissionario Olaf Scholz ha parlato di ” notevole disagio ” ribadendo che i confini non devono essere spostati con la forza, mentre il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha definito la Groenlandia ” territorio europeo “, escludendo qualsiasi possibilità di compromesso.
Panama e il controllo del canale
Trump ha criticato l’ex presidente Jimmy Carter per aver restituito il controllo del Canale di Panama allo Stato centroamericano negli anni ’70, definendolo “un grande errore storico”. Ha inoltre ventilato l’ipotesi di un intervento militare per riprendersi il controllo del Canale, giustificandolo con motivazioni di sicurezza economica e strategica . Tuttavia, il governo di Panama ha risposto duramente, dichiarando che “la sovranità del Canale non è negoziabile”.
Canada e Messico
Il Canada , secondo il Presidente Trump , dovrebbe diventare il 51esimo Stato degli Stati Uniti , un obiettivo che vorrebbe essere perseguito attraverso la forza economica . Questa dichiarazione ha provocato una dura reazione da Ottawa , che ha ribadito la propria sovranità nazionale . Contemporaneamente, Trump ha puntato il dito anche contro il Messico , proponendo di rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America” . Durante il suo discorso, ha criticato lo Stato per l’ immigrazione verso gli Stati Uniti, insistendo affinché vengano adottate misure più severe . La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum , ha risposto sarcasticamente, proponendo di rinominare l’intero continente “America messicana” .
Il commento ha attirato il plauso di alcuni settori politici messicani, trasformandosi in una risposta contro le continue pressioni statunitensi.
Un fronte internazionale contro Trump
Le ambizioni espansionistiche di Trump hanno trovato una ferma opposizione anche presso le Nazioni Unite , che hanno ricordato il principio fondamentale dell’ inviolabilità dei confini , sancito dalla Carta ONU . Nonostante le critiche, Trump continua a utilizzare i social media per promuovere la sua visione. Sulla piattaforma Truth ha pubblicato mappe che mostrano il Canada inglobato negli Stati Uniti , innescando ulteriori reazioni negative.
Un test per l’ordine globale
Le tensioni innescate da Trump con le recenti dichiarazioni rappresentano una sfida per l’attuale ordine internazionale . L’ Europa , guidata da Germania e Francia , sembra intenzionata a riaffermare i principi fondamentali del diritto internazionale , mentre altri Paesi come Panama e il Messico rispondono con fermezza alle provocazioni del presidente statunitense.
Fonte: lamilano