Oggi inizia il conto alla rovescia ufficiale per il Festival di Sanremo 2025, con la presentazione delle trenta canzoni in gara.
Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2025: i top e flop della nuova edizione
Gabbani – Viva la vita : tenta il bis di vittorie in questo Sanremo 2025, con una ballata vecchio stile, puntando sul songwriting più che su suoni e ritmi. Si pone come collegamento diretto con il passato mandato di Conti come direttore artistico, ma confrontarsi con le durate più brevi e la struttura del nuovo pop non è facile, e il pezzo sembra un po’ spezzato . Punta molto sull’apporto dell’ orchestra . Clara – Febbre : l’attacco è identico a Diamanti grezzi , sia negli archi sia nell’andamento della melodia vocale e nell’arrangiamento. Manca il ritornello aperto e rischia di essere dimenticata anche più velocemente della precedente.
Vezzosi i tocchi francesi nel testo (non saranno gli unici). Willie Peyote – Grazie ma no grazie : avvio brasiliano per la canzone, con un passo vocale che ricorda il Daniele Silvestri ironico, quello di Kunta Kinte . È un pezzo pensato come tormentone per i social e l’ascolto Spotify, vagamente satirico . Strizza l’occhiolino alla politica e gioca con il coro, ma non va troppo oltre a quanto fecero in passato gli Articolo 31 (citati nel pezzo). Noemi – Se t’innamori muori : con Mahmood e Blanco tra gli autori, è un brano che punta alla vittoria in un momento storico avverso alle classiche ballate. Gli autori si adattano al mondo poetico e alla voce della cantante, e il pezzo, pur non essendo nulla di nuovo, è un uso sicuro ed efficace , anche se pare troncare la canzone per stare nei tempi.
Lucio Corsi – Volevo essere un duro : cantautorato classico, con rime e atteggiamenti auto-ironici , archi anni ’70 a punteggiare il ritornello e un testo scritto da un woody Allen romano. Il talento si percepisce nelle aperture elettriche e in quella sorta di special sbilenco che apre l’ascolto: rispetto al suo percorso, Corsi pare surplace , ma rispetto agli altri partecipanti è un fuoriclasse . Rkomi – Il ritmo delle cose : pura rap/dance , che usa parole inusuali come pornografia e decrescendo , utilizzandole come perno ritmico e concettuale. Cerca di avvolgere la sensualità del ritmo e dei suoni (Shablo tra gli autori), mentre il testo è tipico dei figli dell’algoritmo che sputano sull’algoritmo, ma non siamo sicuri lo vogliano rinnegare davvero. The Kolors – Tu con chi fai l’amore : sono costretti a far ballare, senza neanche provare a costruire una canzone di altro tipo.
Questo è il solito pezzo anni ’70 e ’80, stavolta stile Boncompagni e Carrà , con tocchi di Malgioglio . Spiaggia e dancefloor , prevedibili coreografie sul ritornello. Si sono accontentati, e quindi, come da proverbio, godono . Rocco Hunt – Mille vote ancora : mandolino a fare da sottofondo alla solita nostalgia napoletana , concettualmente indigesta, tra i bassi e i bambini, ‘o cafè e ‘o mare. Una canzone lontana anni luce da Geolier , secoli luce da Liberato .
Rose Villain – Fuorilegge : se l’anno scorso era tra le artiste a essersela giocata meglio, quest’anno pare una delle più cocenti delusioni : tanto auto-tune , mescolato alla sua bella voce, stessa struttura del brano precedente con tanto di bang bang campionati, un po’ più articolata, ma meno efficace sia nella melodia che nel ritmo. Ritornello strano, troppo breve. Finale con mani a tempo stile gospel che appare fuori tono. Confusa . Brunori SAS – L’albero delle noci : non deve reinventarsi, deve solo farsi conoscere dal pubblico del festival di Sanremo 2025 e non deludere i suoi fan, e ci riesce.
Testo ovviamente più pensato ed emozionante della media (si parla di paternità : “questa felicità non la posso sostenere”), con un gioco narrativo dentro la canzone, come un piccolo racconto, vocalità poco sanremese per una canzone il cui obiettivo naturale è il premio della critica . Finalmente, in gara, sentiamo un ritornello bellissimo . Serena Brancale – Anema e core : spagnoleggiamenti partenopei d’ordinanza, ma reinterpretati con intenzione e convinzione , voce e interpretazione con tocchi di originalità vocale senza esagerare. Irama – Lentamente : vocalizzi (addirittura sulla lettera U) e vocione, mostra la corda l’idea di essere il nuovo Cocciante . Il brano non fa un passo rispetto a quello dello scorso anno, se non che nel secondo ritornello entra un accompagnamento tradizionale, con batteria anni ’90 e chitarra in stile Coldplay ( Fix You nella fattispecie).
Marcella Bella – Pelle diamante : l’ormai tradizionale operazione di ricollocamento in ambiente dance pop per una vecchia gloria, da Rettore ai Ricchi e poveri fino ai Cugini di campagna. L’andamento vocale è il suo (ricorda un suo controversissimo brano degli anni ’80, Miao ). Simpatia e accondiscendenza per l’operazione (in sala stampa scatta un timido applauso), ma musicalmente ci sono dubbi, a partire dal testo trito, con l’anziana che deve dimostrare al mondo di non esserlo. Achille Lauro – Incoscienti giovani : le sue sono, da un po’ di tempo, ambizioni mal riposte , con gli archi da aria lirica ( Casta Diva ), lo struggimento generazionale, l’arrangiamento retro , l’impostazione romanticamente disperata. E poi all’improvviso, arriva il sax del Venditti anni ’80.
Un grosso boh . Elodie – Dimenticarsi alle 7 : le manca ancora un passo per il totale divismo , ma quel passo non lo farà – almeno sospettiamo – in questa occasione. Pop da discoteca con apertura melodica e orchestrale e ritornello da pista da ballo: era già tutto previsto. Punterà il grosso delle sue chance sulla performance fisica e la capacità di sedurre il pubblico, molto più che sul ritornello che orecchia i duetti Mina-Battisti . Tony Effe – Damme ‘na mano : sembra chiaro, oggi più di ieri che sia stato chiamato a Sanremo 2025 principalmente per la copertura stampa e le polemiche (vedasi anche il dissing con Fedez ).
Pezzo arabeggiante che poi, come il titolo fa immaginare, cita Garinei e Giovannini , approdando a Califano , a Mannarino , ad Alida Chelli ( Sinnò me moro ), e che, in dialetto romanesco, cerca di ricollocarsi come vittima dell’amore . Però è un pezzo quasi nullo . Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore : la coppia Tiziano Ferro più Nek tra gli autori della canzone, più un interprete di un’altra classe (non solo anagrafica) e il gioco è fatto. Ritornello un po’ antico ma bello, anche qui il sax soffuso e seducente che dà un’aria emozionante al brano. Lo special è un po’ banalotto, ma il raddoppio del ritornello finale per favore la cantabilità è una mossa vincente.
Sarah Toscano – Amarcord : suona come un’altra Clara ma più convinta e meglio prodotta. Il ritmo trascina oltre la banalità del testo e il ritornello che usa armonie e progressioni classiche si imprime in testa. Fedez – Battito : si sposta anche lui verso la trap , nelle melodie, nei suoni, nell’arrangiamento. Fin troppo facile leggere nel testo, che oltre agli amori delusi parla della sua salute e del suo equilibrio mentale, un’invettiva contro Chiara Ferragni . Il pezzo ha variazioni di ritmo e atmosfere abbastanza inusuali e ardite per Sanremo, ma può funzionare sulla lunga distanza.
Coma_Cose – Cuoricini : il loro pezzo, come un po’ tutta la loro musica, è una satira che mostra il lato oscuro dell’infantilizzazione del pop, l’ironia è nel testo e anche nella musica, come una versione iper pop dei pezzi più scanzonati dei Baustelle . Giorgia – La cura per me : nel testo della canzone si sente la mano di Blanco , conditi da un arrangiamento da r’n’b anni 2000, che poi, purtroppo, diventa cascame anni ’80 nel ritornello. Sembra che la voce e la musica, la canzone e la sua interprete vadano in direzioni opposte. Osare, giusto, ma con la canzone sbagliata: e ci si ritrova qui a dire quanto sia brava, ma quanto il pezzo non ci sia. Sarà la delusione di questo Sanremo 2025?
Olly – Balorda nostalgia : anche qui si parla di nostalgia , anche se di tipo sentimentale, con un’altra ballatona vecchio stile che nel ritornello ruba a Finiscimi di Sangiovanni . Piacione il giusto può puntare abbastanza in alto. Simone Cristicchi – Quando sarai piccola : una mamma anziana e un figlio, lo spettro della senilità e dell’ Alzheimer , a cui vanno aggiunti un modo di cantare cantilenante , per un brano che gioca sfacciatamente col pathos , al limite del ricatto emotivo . Arpe e archi che con il testo e la melodia hanno una presa facilissima sul pubblico sanremese, come consenso di parte dei giornalisti dimostra: in tempi diversi avrebbe avuto il podio in tasca. Emis Killa – Demoni : ritmo dance senza nessuna invenzione, né vocale né musicale, come se questo fosse lo standard del nuovo Festival di Sanremo 2025 e ci si limitasse a esserci, a non sembrare fuori dal giro.
O tempora o mores , diceva qualcuno. Joan Thiele – Eco : roots rock e soul nei suoni di batteria e chitarra, un’atmosfera lievemente western declinata in chiave black, suoni poco sanremesi (nel bene o nel male) con rimandi a Amy Winehouse e alla Mina degli anni ’60, nell’arrangiamento più che nella voce. Ci si può accontentare. Modà – Non ti dimentico : Kekko insiste nella voce alla Facchinetti e nell’impostazione pomposa della sua musica che li conferma i Pooh dei nostri giorni (come se fosse necessariamente una conquista), ma stavolta si spostano in zona Negramaro in modo abbastanza sfacciato, soprattutto nella progressione ritmica. Un brano che non tace mai, che il cantante non fa mai respirare, con uno special banalissimo pensato per il trailer di un film di Muccino .
Gaia – Chiamo io chiami tu : nel testo e nei suoni della canzone, ovviamente, spagnoleggianti (flamenco, per la precisione), una nuova Elettra Lamborghini pronta per il mojito sotto l’ombrellone. Anche lei punterà tutto su immagine , ma ci pare abbia meno carisma e musicalità di Elodie, nonostante usi lo special per mostrare la voce, ma appare una parentesi estemporanea. Bresh – La tana del granchio : il titolo è il più bello del lotto, il brano meno. Chitarra folkeggiante, grancassa e vociaccia sgraziata timbro di fabbrica che poi non manca di intonare il ritornellone melodico, pensato per tutte le età. Un po’ dalle parti di Mr. Rain , ma molto meno ricattatorio .
Francesca Michielin – Fango in paradiso : metafore e simboli un po’ a casaccio nel testo per una canzone che sembra fatta di pezzi di brani diverse, come il nuovo pop esige; ma questo è il pop “classico” e il gioco non regge. Il ritornello è buono e sicuramente può fare presa sul grande pubblico, ma anche qui, troppe parole in metriche tradizionali, come una canzone di 4’ e mezzo strizzata in 3 minuti. Testo più interessante della media delle canzoni di questo Sanremo 2025. Shablo – La mia parola : è una street song , lo dichiara fin dall’abbrivio, e potrebbe essere la potenziale sorpresa del festival di Sanremo 2025. Un rap old school anche nei campionamenti, con testo autoreferenziale ma dal mood piacevolissimo .
Gabbani – Viva la vita
Gabbani tenta il bis di vittorie in questo Sanremo 2025 , presentando una ballata vecchio stile . Il brano si distingue per il suo songwriting , puntando più sulla scrittura che sui suoni e ritmi. Gabbani si propone come un collegamento diretto con il passato, in particolare con il mandato di Conti come direttore artistico. Tuttavia, confrontarsi con le durate più brevi e la struttura del nuovo pop , come previsto dal regolamento, si rivela una sfida difficile per lui, tanto che il pezzo sembra un po’ spezzato . Gabbani fa molto affidamento sull’apporto dell’ orchestra .
Clara – Febbre
L’attacco di Clara – Febbre è identico a Diamanti grezzi , sia negli archi sia nell’andamento della melodia vocale e nell’arrangiamento. Tuttavia, il brano manca di un ritornello aperto e rischia di essere dimenticato anche più velocemente della precedente. Si notano vezzosi tocchi francesi nel testo, che non saranno gli unici.
Willie Peyote – Grazie ma no grazie
L’avvio della canzone di Willie Peyote è caratterizzato da un ritmo brasiliano , con un passo vocale che ricorda l’ ironia di Daniele Silvestri , in particolare il brano Kunta Kinte . Questo pezzo è concepito come un tormentone per i social media e per l’ascolto su Spotify , presentando una vena vagamente satirica . La canzone strizza l’occhio alla politica e gioca con il coro , ma non riesce ad andare oltre quanto già fatto in passato dagli Articolo 31 , che vengono citati nel testo.
Noemi – Se t’innamori muori
Il brano Noemi – Se t’innamori muori è scritto da Mahmood e Blanco e punta decisamente alla vittoria. Si colloca in un momento storico che non favorisce le classiche ballate, ma potrebbe sorprendere grazie alla nuova direzione artistica. Gli autori si adattano al mondo poetico e alla voce della cantante, creando un pezzo che, sebbene non presenti novità, si rivela un’opzione sicura ed efficace. Tuttavia, anche Noemi sembra troncare la canzone per rispettare i tempi previsti.
Lucio Corsi – Volevo essere un duro
Il brano di Lucio Corsi , intitolato “Volevo essere un duro” , si distingue per il suo cantautorato classico , caratterizzato da rime e atteggiamenti autoironici . La canzone presenta archi anni ’70 che punteggiano il ritornello, mentre il testo è descritto come scritto da un Woody Allen romano . Il talento di Corsi emerge nelle aperture elettriche e in una sorta di special sbilenco che apre l’ascolto. Rispetto al suo percorso artistico, Corsi sembra essere in una fase di stasi , ma rispetto agli altri partecipanti, si presenta come un fuoriclasse .
Rkomi – Il ritmo delle cose
Rkomi presenta il suo brano “Il ritmo delle cose” , caratterizzato da un mix di rap e dance . La canzone si distingue per l’uso di parole inusuali, come “pornografia” e “decrescendo” , che diventano elementi centrali sia dal punto di vista ritmico che concettuale. L’artista cerca di avvolgere l’ascoltatore nella sensualità del ritmo e dei suoni, con la collaborazione di Shablo tra gli autori. Il testo riflette una tipica espressione dei figli dell’algoritmo , che sembrano criticare l’algoritmo stesso, ma non è chiaro se questa sia una vera intenzione di rinnegare il sistema.
The Kolors – Tu con chi fai l’amore
Ormai The Kolors sono costretti a far ballare, senza nemmeno provare a costruire una canzone di altro tipo. Questo brano è il solito pezzo anni ’70 e ’80 , stavolta nello stile di Boncompagni e Carrà , con tocchi di Malgioglio che sicuramente apprezzerà. La canzone evoca immagini di spiaggia e dancefloor , con coreografie prevedibili sul ritornello. Si sono accontentati, e quindi, come da proverbio, godono .
Rocco Hunt – Mille vote ancora
Il brano Rocco Hunt – Mille vote ancora si distingue per l’uso del mandolino che accompagna una nostalgia napoletana . La canzone presenta elementi che richiamano alla mente immagini di bassi , bambini , ‘o cafè e ‘o mare . Tuttavia, il pezzo appare lontano anni luce da artisti contemporanei come Geolier e Liberato , risultando concettualmente indigesto .
Rose Villain – Fuorilegge
Se l’anno scorso Rose Villain era tra le artiste a essersela giocata meglio, quest’anno sembra una delle più cocenti delusioni. Il brano “Fuorilegge” presenta un uso eccessivo di auto-tune , mescolato alla sua bella voce, mantenendo la stessa struttura del brano precedente, con tanto di bang bang campionati. Sebbene il pezzo sia un po’ più articolato, risulta meno efficace sia nella melodia che nel ritmo . Il ritornello appare strano e troppo breve, mentre il finale, caratterizzato da mani a tempo in stile gospel , sembra fuori tono e confuso.
Brunori SAS – L’albero delle noci
Non deve reinventarsi , deve solo farsi conoscere dal pubblico del festival di Sanremo 2025 e non deludere i suoi fan e ci riesce. Il testo è ovviamente più pensato ed emozionante della media, affrontando il tema della paternità con la frase: “questa felicità non la posso sostenere”. La canzone presenta un gioco narrativo che la rende simile a un piccolo racconto. La vocalità è poco sanremese, ma il suo obiettivo naturale è il premio della critica . Finalmente, in gara, si può ascoltare un ritornello bellissimo .
Serena Brancale – Anema e core
Serena Brancale presenta il suo brano Anema e core , caratterizzato da spagnoleggiamenti partenopei reinterpretati con intenzione e convinzione . La sua voce e interpretazione si distinguono per tocchi di originalità vocale senza esagerare.
Irama – Lentamente
Irama presenta il brano Lentamente , caratterizzato da vocalizzi e una voce potente , che evoca l’idea di essere il nuovo Cocciante . Tuttavia, il pezzo non mostra alcun progresso rispetto a quello dell’anno precedente. L’unica novità è l’ingresso di un accompagnamento tradizionale nel secondo ritornello, che include una batteria anni ’90 e una chitarra in stile Coldplay , richiamando il brano Fix You .
Marcella Bella – Pelle diamante
L’operazione di ricollocamento di Marcella Bella nel contesto dance pop è ormai una tradizione, simile a quanto fatto da altri artisti come Rettore , Ricchi e Poveri e Cugini di Campagna . Il brano “Pelle diamante” presenta un andamento vocale che richiama un suo controverso pezzo degli anni ’80, “Miao” . Nonostante la simpatia e l’accondiscendenza mostrata in sala stampa, dove è scattato un timido applauso, ci sono dubbi musicali, a partire da un testo considerato trito , in cui l’artista cerca di dimostrare al mondo di non essere anziana .
Achille Lauro – Incoscienti giovani
Le ambizioni di Achille Lauro sembrano, da un po’ di tempo, mal riposte . Il suo brano, caratterizzato da archi che richiamano l’ aria lirica ( Casta Diva ), esprime uno struggimento generazionale e presenta un arrangiamento rétro con un’impostazione romanticamente disperata . Tuttavia, all’improvviso, si fa sentire il sax in stile Venditti degli anni ’80, lasciando un senso di confusione e incertezza. Un grosso boh .
Elodie – Dimenticarsi alle 7
Elodie presenta il suo brano Dimenticarsi alle 7 , un pezzo di pop da discoteca caratterizzato da un’apertura melodica e orchestrale. Il ritornello è pensato per la pista da ballo , e l’artista sembra puntare principalmente sulla sua performance fisica e sulla capacità di sedurre il pubblico , piuttosto che sul ritornello stesso, che richiama i duetti tra Mina e Battisti . Nonostante le aspettative, Elodie sembra mancare ancora di un passo decisivo verso il totale divismo .
Tony Effe – Damme ‘na mano
Sembra chiaro, oggi più di ieri che Tony Effe sia stato chiamato a Sanremo 2025 principalmente per la copertura stampa e le polemiche (vedi anche il dissing con Fedez ). Il suo pezzo, dal titolo Damme ‘na mano , presenta un sound arabeggiante e, come il titolo suggerisce, cita Garinei e Giovannini , approdando a Califano , Mannarino e Alida Chelli con il brano Sinnò me moro . In dialetto romanesco , il pezzo cerca di ricollocarsi come vittima dell’amore , ma risulta essere un brano quasi nullo .
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
La coppia Tiziano Ferro e Nek è tra gli autori della canzone portata a Sanremo 2025 da Massimo Ranieri , un interprete di grande classe, non solo anagrafica. Il ritornello si presenta come un po’ antico , ma è comunque bello , arricchito da un sax soffuso e seducente che conferisce un’atmosfera emozionante al brano. Sebbene lo special possa risultare un po’ banalotto , il raddoppio del ritornello finale è una mossa vincente che favorisce la cantabilità .
Sarah Toscano – Amarcord
Suona come un’altra Clara ma più convinta e meglio prodotta. Il ritmo trascina oltre la banalità del testo e il ritornello che usa armonie e progressioni classiche s’imprime in testa.
Fedez – Battito
Fedez si sposta verso la trap , sia nelle melodie che nei suoni e nell’arrangiamento. Il testo del brano, che affronta temi come gli amori delusi e la sua salute , sembra contenere un’invettiva contro Chiara Ferragni . La canzone presenta variazioni di ritmo e atmosfere piuttosto inusuali e ardite per il contesto di Sanremo, ma ha il potenziale per funzionare sulla lunga distanza.
Coma_Cose – Cuoricini
Il pezzo dei Coma_Cose , intitolato Cuoricini , si distingue per la sua satira che mette in luce il lato oscuro dell’infantilizzazione del pop . L’ ironia è presente sia nel testo che nella musica , presentando una versione iper pop dei brani più scanzonati dei Baustelle .
Giorgia – La cura per me
Nel testo della canzone portata a Sanremo 2025 da Giorgia , si percepisce la mano di Blanco , accompagnata da un arrangiamento che richiama il r’n’b degli anni 2000. Tuttavia, nel ritornello, si avverte una transizione verso sonorità che sembrano risentire degli anni ’80. La sensazione è che la voce e la musica , così come la canzone e la sua interprete , si muovano in direzioni opposte. È giusto osare, ma sembra che sia stata scelta la canzone sbagliata: si finisce per riconoscere il talento di Giorgia , ma si avverte anche che il pezzo non riesce a colpire. Potrebbe rivelarsi una delle delusioni di questo Sanremo 2025 .
Olly – Balorda nostalgia
Anche in questo brano si parla di nostalgia , ma di un tipo sentimentale , presentando un’altra ballata in stile vecchio . Nel ritornello , il pezzo ruba a Finiscimi di Sangiovanni . Con un approccio piacione , il brano può puntare a posizioni alte nella competizione.
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Una mamma anziana e un figlio, lo spettro della senilità e dell’ Alzheimer , a cui vanno aggiunti un modo di cantare cantilenante , per un brano che gioca sfacciatamente col pathos , al limite del ricatto emotivo . Arpe e archi che con il testo e la melodia hanno una presa facilissima sul pubblico sanremese, come consenso di parte dei giornalisti dimostra: in tempi diversi avrebbe avuto il podio in tasca.
Emis Killa – Demoni
Un ritmo dance privo di invenzioni , sia vocali che musicali , caratterizza il brano di Emis Killa intitolato Demoni . Questo pezzo sembra rappresentare uno standard del nuovo Festival di Sanremo 2025 , dove l’artista si limita a partecipare senza cercare di distinguersi o di apparire fuori dal giro. La sensazione generale è quella di una canzone che non offre nulla di nuovo, riflettendo una certa stagnazione nel panorama musicale attuale.
Joan Thiele – Eco
Un brano che mescola roots rock e soul , caratterizzato da suoni di batteria e chitarra, crea un’atmosfera lievemente western declinata in chiave black . I suoni sono poco sanremesi , sia nel bene che nel male, e richiamano le sonorità di Amy Winehouse e della Mina degli anni ’60, soprattutto nell’arrangiamento, più che nella voce. Ci si può accontentare.
Modà – Non ti dimentico
Kekko insiste nella voce alla Facchinetti e nell’impostazione pomposa della sua musica che li conferma i Pooh dei nostri giorni (come se fosse necessariamente una conquista), ma stavolta si spostano in zona Negramaro in modo abbastanza sfacciato, soprattutto nella progressione ritmica . Un brano che non tace mai, che il cantante non fa mai respirare, con uno special banalissimo pensato per il trailer di un film di Muccino .
Gaia – Chiamo io chiami tu
Nel testo e nei suoni della canzone portata a Sanremo 2025, spagnoleggianti (flamenco, per la precisione), Gaia si presenta come una nuova Elettra Lamborghini pronta per il mojito sotto l’ombrellone . Anche lei punterà tutto su immagine , ma ci pare abbia meno carisma e musicalità di Elodie , nonostante utilizzi lo special per mostrare la voce, che appare però come una parentesi estemporanea .
Bresh – La tana del granchio
Il titolo di questa canzone, “La tana del granchio” , è considerato il più bello del lotto, ma il brano stesso risulta meno convincente. La canzone presenta una chitarra folkeggiante , accompagnata da una grancassa e una voce sgraziata , che è un timbro distintivo dell’artista. Nonostante ciò, il pezzo include un ritornello melodico pensato per tutte le età, che ricorda un po’ lo stile di Mr. Rain , ma risulta molto meno ricattatorio .
Francesca Michielin – Fango in paradiso
Metafore e simboli un po’ a casaccio nel testo per una canzone che sembra fatta di pezzi di brani diverse, come il nuovo pop esige; ma questo è il pop “classico” e il gioco non regge. Il ritornello è buono e sicuramente può fare presa sul grande pubblico, ma anche qui, troppe parole in metriche tradizionali , come una canzone di 4’ e mezzo strizzata in 3 minuti. Testo più interessante della media delle canzoni di questo Sanremo 2025 .
Shablo – La mia parola
È una street song , lo dichiara fin dall’abbrivio, e potrebbe essere la potenziale sorpresa del festival di Sanremo 2025 . Un rap old school anche nei campionamenti, con testo autoreferenziale ma dal mood piacevolissimo .
Fonte: ilsussidiario