La rinascita del conflitto siriano segna un capitolo drammatico in una guerra civile che ha già devastato il paese dal 2011. Dopo un periodo di stallo durato quattro anni, le tensioni tra le diverse fazioni in lotta si sono riaccese, con i ribelli che hanno riconquistato città strategiche come Aleppo. Questo articolo esplorerà le origini del conflitto, analizzando i principali attori interni e le potenze esterne coinvolte, ognuna con le proprie agende. Dalla storica dominazione alawita alla complessità delle alleanze settarie, scopriremo come la Siria, un tempo sotto mandato francese, sia diventata un campo di battaglia geopolitico, influenzato da potenze come Russia, Iran, Stati Uniti e Turchia. Un viaggio attraverso le radici di una crisi che continua a segnare il destino di milioni di persone.
Le Origini del Conflitto Siriano: Dalla Mandato Francese all’Indipendenza
Siria, un tempo sotto mandato francese , ha ottenuto l’indipendenza dopo la Seconda Guerra Mondiale, segnando l’inizio di un percorso complesso e turbolento. Nel 1966, un gruppo di ufficiali militari appartenenti alla minoranza alawita prese il potere, garantendo così la dominazione di questa comunità, la cui fede è un ramo dell’Islam sciita, in un paese dove circa il 74% della popolazione è di fede sunnita. La composizione demografica della Siria è variegata, includendo anche significative comunità cristiane , druze e curde . Il lungo regno di Hafez al-Assad è stato caratterizzato da una brutale repressione del dissenso, e nel 2000, il potere passò a suo figlio Bashar al-Assad . Con l’inizio della Primavera Araba nel marzo 2011, la Siria non fu immune da proteste popolari.
L’Ascesa della Famiglia Assad: Dalla Repressione di Hafez a Bashar
La famiglia Assad ha avuto un ruolo centrale nella storia recente della Siria, iniziando con Hafez al-Assad , che ha governato il paese con un pugno di ferro dal 1970 fino alla sua morte nel
Le Dinamiche Settarie nel Conflitto: Alawiti contro Sunniti
Il conflitto siriano si è sviluppato principalmente lungo linee settarie , con gli Alawiti che sostenevano il regime di Bashar al-Assad e i Sunniti che appoggiavano l’opposizione. Questa divisione ha radici storiche profonde, risalenti al momento in cui i militari alawiti presero il potere nel 1966, assicurando la dominazione della loro comunità in un paese dove circa il 74% della popolazione è di fede sunnita. La composizione demografica della Siria è complessa, comprendendo anche significative comunità cristiane , druze e curde , ma è stata la divisione tra Alawiti e Sunniti a definire gran parte della dinamica del conflitto. Durante la Primavera Araba , le proteste pacifiche che si sono diffuse in tutto il paese hanno trovato una risposta brutale da parte del regime, che ha utilizzato aerei da attacco , elicotteri da combattimento , artiglieria e carri armati contro i ribelli. Questo ha accentuato le tensioni settarie, con gli Alawiti che si sono uniti in difesa del regime, percepito come una protezione contro una possibile vendetta sunnita.
L’Intervento Straniero: Le Potenze Globali e i Loro Obiettivi in Siria
L’intervento straniero in Siria ha assunto un ruolo cruciale nel conflitto, trasformando una guerra civile in un complesso scenario geopolitico. Potenze come Russia , Iran , Stati Uniti e Turchia hanno visto nella guerra un’opportunità per estendere la loro influenza in una nazione strategicamente situata al centro delle fessure geopolitiche della regione. La Russia , ad esempio, ha sostenuto il regime di Bashar al-Assad, non solo per mantenere un alleato nel Medio Oriente, ma anche per garantire l’accesso a basi navali e aeree nel Mediterraneo. Questo supporto militare ha incluso bombardamenti aerei e forniture di armi, contribuendo a stabilizzare il regime di Assad in momenti critici del conflitto. D’altra parte, l’ Iran ha fornito supporto militare e finanziario a gruppi alleati, come Hezbollah, per combattere al fianco delle forze governative siriane.
La Turchia , dal canto suo, ha cercato di contenere l’influenza curda lungo il suo confine, temendo che un Kurdistan autonomo in Siria potesse incoraggiare le aspirazioni indipendentiste dei curdi turchi. Pertanto, Ankara ha sostenuto gruppi ribelli siriani e ha lanciato operazioni militari per combattere sia le forze curde che l’ISIS, cercando di stabilire una zona di sicurezza nel nord della Siria. In sintesi, l’intervento straniero ha non solo complicato ulteriormente il conflitto siriano, ma ha anche trasformato la Siria in un campo di battaglia per le rivalità tra potenze globali, ognuna con i propri obiettivi geopolitici e strategici. Questo scenario ha reso difficile una risoluzione pacifica e duratura, poiché le potenze esterne continuano a perseguire i propri interessi, spesso a scapito della stabilità e della sovranità siriana.
L’Ascesa e la Caduta dello Stato Islamico: Un’Opportunità nel Caos
La rinascita del conflitto siriano ha coinciso con l’emergere dello Stato Islamico , un gruppo jihadista che ha sfruttato il caos per espandere il proprio territorio sia in Siria che in Iraq. Questo fenomeno ha rappresentato un’opportunità per le potenze straniere, che hanno visto nel conflitto un modo per estendere la loro influenza nella regione. L’ intervento straniero è aumentato notevolmente dopo che l’ISIS ha iniziato a conquistare territori, portando a un coinvolgimento diretto di attori come Russia , Iran , Stati Uniti e Turchia . La caduta dell’ultimo bastione dello Stato Islamico nel 2019 ha segnato un momento cruciale, ma le conseguenze di questa ascesa e caduta sono ancora visibili nel panorama geopolitico attuale. L’ISIS, con il suo obiettivo di creare una società islamica puritana, ha approfittato della instabilità e delle divisioni settarie per guadagnare terreno, attirando reclute da tutto il mondo e alimentando un conflitto che ha avuto ripercussioni ben oltre i confini siriani.
Il Ruolo delle Comunità Minoritarie: Cristiani, Druzi e Curdi in Siria
In Siria, le comunità minoritarie come i cristiani , i druzi e i curdi hanno giocato un ruolo significativo nel contesto del conflitto, influenzando le dinamiche interne e le alleanze. La composizione demografica del paese è complessa, con circa il 74% della popolazione di fede sunnita, ma le minoranze hanno cercato di navigare in un ambiente politico e sociale instabile. I cristiani , storicamente presenti in Siria, hanno spesso mantenuto una posizione di neutralità, temendo le conseguenze di un eventuale rovesciamento del regime di Assad, che ha garantito loro una certa protezione. La loro paura è alimentata dalla possibilità che un governo sunnita radicale possa emergere, mettendo a rischio la loro sicurezza e i loro diritti. I druzi , un’altra minoranza, hanno adottato una strategia simile, cercando di mantenere una posizione di equilibrio tra le diverse fazioni in conflitto.
Le comunità minoritarie in Siria, quindi, non sono solo spettatori passivi del conflitto, ma attori attivi che cercano di navigare in un panorama politico in continua evoluzione, con le loro scelte che influenzano il corso degli eventi e le alleanze nel paese.