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Rete di contrabbando di petrolio: 1 miliardo per l’Iran

Negli ultimi anni, una rete sofisticata di contrabbando di petrolio ha preso piede in Iraq, generando profitti stimati in oltre un miliardo di dollari all’anno per l’Iran e i suoi alleati. Questo traffico illecito, che si è intensificato dall’insediamento del Primo Ministro Mohammed Shia al-Sudani nel 2022, sfrutta le politiche governative irachene sui sussidi per il carburante. Attraverso un intricato sistema di aziende e gruppi, il petrolio viene dirottato e venduto, principalmente in Asia, eludendo le sanzioni statunitensi. L’articolo esplorerà le dinamiche di questo commercio clandestino, il ruolo delle milizie sostenute dall’Iran e le implicazioni geopolitiche che ne derivano, rivelando un panorama complesso e preoccupante per la stabilità della regione.

Rete di Contrabbando di Petrolio: Un’Analisi del Fenomeno in Iraq

La rete di contrabbando di petrolio in Iraq ha assunto proporzioni significative, generando annualmente almeno 1 miliardo di dollari per l’Iran e i suoi alleati. Questa operazione è emersa con forza dopo l’insediamento del Primo Ministro Mohammed Shia al-Sudani nel 2022, sfruttando una politica governativa che prevede l’assegnazione di petrolio combustibile a impianti di asfalto a prezzi fortemente sovvenzionati. Secondo fonti esperte, tra cui rapporti di intelligence occidentali, tra 500.000 e 750.000 tonnellate metriche di petrolio combustibile vengono dirottate ogni mese, equivalenti a 3,4 milioni – 5 milioni di barili di petrolio , e principalmente esportate verso l’Asia. Il contrabbando si articola in due principali rotte. La prima prevede la miscelazione del petrolio iracheno con quello iraniano, presentandolo come prodotto esclusivamente iracheno, il che consente all’Iran di eludere le severe sanzioni statunitensi sulle esportazioni energetiche.

Un attore centrale in questa operazione è il gruppo sciita iracheno Asaib Ahl al-Haq (AAH) , che ha un ruolo significativo sia come forza paramilitare che come partito politico. AAH è stato un sostenitore precoce di Sudani e un membro chiave del blocco che lo ha nominato Primo Ministro. La sua integrazione nelle forze di sicurezza irachene nel 2018, supportata dai Corpi delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniani, ha ulteriormente consolidato la sua influenza. Il leader di AAH, Qais al-Khazali , è stato sanzionato dagli Stati Uniti nel 2019 per presunti abusi dei diritti umani, ma ha deriso le sanzioni, dimostrando la sua sfida alle pressioni esterne. La questione del contrabbando di petrolio è già sotto l’attenzione di Washington, con discussioni avvenute tra funzionari statunitensi e Sudani durante la visita del Primo Ministro negli Stati Uniti.

Il Ruolo di Mohammed Shia al-Sudani e le Implicazioni Politiche

Il Primo Ministro Mohammed Shia al-Sudani ha assunto un ruolo cruciale nella fiorente rete di contrabbando di petrolio in Iraq, che ha visto un incremento significativo delle sue operazioni dal suo insediamento nel

Le Rotte del Contrabbando: Come l’Iran Evita le Sanzioni

La rete di contrabbando di petrolio in Iraq si articola in due principali rotte, entrambe cruciali per l’evasione delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iran. La prima rotta prevede la miscelazione del petrolio iracheno con quello iraniano, presentandolo come prodotto esclusivamente iracheno. Questo meccanismo consente all’Iran di eludere le severe sanzioni statunitensi sulle esportazioni energetiche, aumentando i profitti derivanti dalla vendita del petrolio. Le fonti indicano che il petrolio iraniano, solitamente venduto a un prezzo scontato a causa delle sanzioni, può essere venduto a un prezzo più alto se presentato come petrolio iracheno. Questo non solo avvantaggia l’Iran, ma anche le milizie sostenute dall’Iran in Iraq, che controllano il traffico illecito e beneficiano direttamente di questo commercio.

La loro influenza nel panorama politico iracheno rende difficile per il governo di Sudani prendere misure decisive contro il contrabbando, poiché i leader iracheni dipendono fortemente dal supporto di queste milizie per mantenere il potere. In questo contesto, le autorità statunitensi hanno già messo in guardia riguardo alle implicazioni del contrabbando di petrolio, sottolineando l’importanza di combattere il commercio illecito e di promuovere un mercato del petrolio trasparente. Tuttavia, la profonda influenza dell’Iran in Iraq, attraverso le milizie e i partiti politici, complica ulteriormente la posizione di Sudani, costringendolo a bilanciare le relazioni con Washington e Teheran.

Le Conseguenze Economiche del Contrabbando di Petrolio per l’Iraq

Il contrabbando di petrolio in Iraq ha conseguenze economiche significative, non solo per l’Iran, ma anche per l’Iraq stesso. La rete di contrabbando, che genera annualmente almeno 1 miliardo di dollari per l’Iran, sfrutta una politica governativa che prevede l’assegnazione di petrolio combustibile a impianti di asfalto a prezzi sovvenzionati. Questo sistema ha portato a un dirottamento mensile di 500.000 a 750.000 tonnellate metriche di petrolio, equivalenti a 3,4 milioni – 5 milioni di barili di petrolio , verso mercati esteri, principalmente in Asia. Le stime sul valore di questo commercio variano, con alcune fonti che indicano guadagni annuali che vanno da 1 miliardo a oltre 3 miliardi di dollari . Le due principali rotte di contrabbando hanno implicazioni dirette sull’economia irachena.

La presenza di queste milizie nel panorama politico iracheno non solo ostacola le misure contro il contrabbando, ma crea anche una rete complessa di alleanze che influisce sulla stabilità economica e politica dell’Iraq.

Le Conseguenze Economiche del Contrabbando di Petrolio per l'Iraq Rete di contrabbando di petrolio: 1 miliardo per l'Iran
Le Conseguenze Economiche del Contrabbando di Petrolio per lIraq Rete di contrabbando di petrolio 1 miliardo per lIran

L’Influenza delle Milizie Sciite: Asaib Ahl al-Haq e il Contrabbando

Il gruppo sciita iracheno Asaib Ahl al-Haq (AAH) gioca un ruolo cruciale nella rete di contrabbando di petrolio in Iraq, fungendo da attore centrale sia come forza paramilitare che come partito politico. AAH è stato un sostenitore precoce del Primo Ministro Mohammed Shia al-Sudani e un membro chiave del blocco che lo ha nominato. Questa connessione politica ha permesso a AAH di consolidare la propria influenza all’interno delle istituzioni irachene, rendendo difficile per il governo di Sudani prendere misure decisive contro il contrabbando di petrolio, poiché i leader iracheni dipendono fortemente dal supporto di queste milizie per mantenere il potere. Sostenuto dai Corpi delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniani, AAH è stato integrato nel sistema di sicurezza iracheno nel 2018, il che ha ulteriormente rafforzato la sua posizione. La presenza di 16 membri di parlamentari di AAH nel governo iracheno evidenzia la sua influenza politica e la sua capacità di esercitare pressioni sulle decisioni governative.

Le autorità statunitensi sono già a conoscenza delle attività di contrabbando e delle loro connessioni con le milizie sostenute dall’Iran, il che potrebbe portare a ulteriori sanzioni e a un aumento della pressione su Baghdad. Tuttavia, la profonda influenza di AAH e di altre milizie sciite rende difficile per il governo iracheno affrontare efficacemente il problema, creando un circolo vizioso di dipendenza e corruzione che ostacola la stabilità e la governance in Iraq.

Reazioni e Preoccupazioni: Le Pressioni degli Stati Uniti su Baghdad

Le pressioni degli Stati Uniti su Baghdad riguardo al contrabbando di petrolio sono diventate sempre più evidenti, specialmente alla luce delle recenti scoperte che collegano il traffico illecito a Iran e alle sue milizie in Iraq. Durante la visita del Primo Ministro Mohammed Shia al-Sudani negli Stati Uniti a settembre, il tema del contrabbando è stato al centro delle discussioni tra funzionari statunitensi e iracheni. Un funzionario del Dipartimento di Stato ha affermato che, sebbene non possano commentare specificamente le discussioni, hanno sottolineato l’importanza di combattere il commercio illecito e di promuovere un mercato del petrolio trasparente. Le sanzioni statunitensi contro l’Iran, principalmente in risposta al suo programma nucleare e al supporto di gruppi considerati terroristici, pongono un ulteriore dilemma per il governo iracheno. Le autorità statunitensi hanno messo in guardia riguardo alle implicazioni del contrabbando di petrolio, evidenziando come le attività illecite possano esporre le istituzioni e i funzionari iracheni al rischio di sanzioni.

Questo scenario crea un circolo vizioso in cui le pressioni esterne da parte degli Stati Uniti si scontrano con le dinamiche interne di potere, rendendo difficile per il governo di Baghdad affrontare efficacemente il problema del contrabbando di petrolio. Le autorità statunitensi, pur riconoscendo l’importanza di combattere il commercio illecito, devono anche considerare le complessità politiche e militari che caratterizzano la situazione in Iraq.

credits: CNAWorld

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