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Pensioni 2025: Aumenti Misuri e Rivalutazione Aggiuntiva

Le pensioni 2025 godranno di pochi aumenti e neanche per tutti i pensionati. Qualcuno potrebbe ricevere poco meno di un caffè al bar, mentre qualcun altro potrebbe vedersi azzerato il cedolino.

Pensioni 2025 con aumenti miseri: a quanto ammontano

Le pensioni 2025 saranno soggette a aumenti miseri . L’indice di rivalutazione attualmente fissato è dello 0,80% , una percentuale provvisoria in attesa dell’adeguamento ufficiale da parte dell’INPS. Il meccanismo di perequazione varia in base all’importo percepito nel cedolino:

  1. Maggiore è l’importo, minore sarà la percentuale di inflazione riconosciuta.
  2. Per importi più bassi, la rivalutazione sarà integrale.
  3. Per importi più elevati, la rivalutazione sarà parziale.

La distribuzione per il 2025 prevede uno schema definito:

  1. Rivalutazione al 100% (0,80%) per gli importi fino a quattro volte il trattamento minimo.
  2. 0,72% per i cedolini tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo.
  3. 0,60% per le pensioni che superano di 5 volte il trattamento minimo.

Rivalutazione aggiuntiva

La rivalutazione aggiuntiva introdotta dalla Legge di Bilancio prevede un incremento pari al 2,2% , che porta l’importo minimo delle pensioni a 616,67€ , rispetto ai 598,61€ precedenti. Tuttavia, è importante notare che questa percentuale è destinata a scendere all’ 1,3% nel 2026. Per quest’anno, i pensionati che percepiscono l’ assegno sociale e hanno compiuto 70 anni riceveranno un incremento di 8€ in più al mese per tredici mensilità . I soggetti coinvolti in questo aumento includono:

  1. Pensionati che percepiscono misure assistenziali e previdenziali.
  2. Ciechi.
  3. Sordomuti.
  4. Invalidi civili.

L’incentivo a restare sul lavoro

Le pensioni nel 2025 possono ricevere degli aumenti anche in modo “indiretto”. Nonostante le diverse possibilità di uscire prima dal lavoro , la nuova Legge di Bilancio ha introdotto la possibilità di restare sul lavoro pur avendo maturato i requisiti del pensionamento anticipato , ma rinunciando ottenendo un aumento in busta paga . L’aumento in busta paga consisterebbe nell’ esonero totale dei contributi che verrebbero addebitati mensilmente al lavoratore, godendo di uno stipendio più alto . Una strategia mirata del Governo per favorire un cambio generazionale graduale , e permettendo ai più giovani di poter apprendere dall’esperienza dei senior. Va valutata la convenienza in modo soggettivo così da comprendere se lasciare il lavoro con il pensionamento anticipato oppure restare e usufruire dell’aumento.

Fonte: ilsussidiario

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