La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, rifiuta le richieste di dimissioni e ribadisce la sua innocenza, determinata a proseguire nel suo lavoro.
L’indagine
Il 17 gennaio, il giudice di Milano ha deciso di rinviare a giudizio Santanchè e altre 16 persone per false comunicazioni sociali riguardanti Visibilia , una delle società da lei fondate. Santanchè aveva dismesso tutte le cariche in Visibilia nel 2022 , in vista del suo ingresso nel governo. L’accusa risale al periodo tra il 2016 e il 2022 e coinvolge la manipolazione di comunicazioni sociali della società. Nonostante la decisione del giudice, Santanchè ha dichiarato che la sua posizione legale non compromette il suo ruolo da ministro del Turismo . “ Nessuno può dire che non lavoro come ministro del Turismo “, ha affermato, rispondendo alle critiche sulla sua attività governativa. La ministra ha anche voluto precisare che il fatto di essere stata rinviata a giudizio non equivale a una condanna. “ Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani ”, ha dichiarato con convinzione.
Per Santanchè, il diritto alla presunzione di innocenza deve essere rispettato, anche se ci sono richieste di dimissioni che provengono da alcuni ambienti politici e mediatici.
Le pressioni politiche e le dichiarazioni della Premier Meloni
La situazione ha sollevato anche interrogativi all’interno del governo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni , ha deciso di prendere tempo per valutare le implicazioni del rinvio a giudizio di Santanchè . Sebbene non abbia chiesto dimissioni immediate, ha sollevato il tema della valutazione dell’impatto che questo processo potrebbe avere sul lavoro ministeriale della collega. Santanchè, però, ha respinto ogni insinuazione riguardo alla sua possibile uscita dal governo, dichiarando: “ Escludo che Giorgia mi chiederà di dimettermi .” Anche altri membri di Fratelli d’Italia , come il ministro della Difesa, Guido Crosetto , hanno parlato della situazione, sottolineando che la decisione finale spettava alla ministra stessa, sebbene il caso stia mettendo sotto pressione l’intera maggioranza.
Un partito garantista e l’auto-difesa
Santanchè ha continuato a difendersi, facendo riferimento al “garantismo” di Fratelli d’Italia , il partito al quale appartiene. “Fratelli d’Italia è un partito garantista che sta portando avanti una riforma della giustizia” , ha dichiarato. “Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l’ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino” , ha ribadito la ministra chiudendo ogni possibilità di eventuali dimissioni. Nonostante le dure polemiche, Santanchè ha confermato che non cederà alle pressioni e continuerà a esercitare le sue funzioni ministeriali . Ha anche menzionato con fermezza il suo ruolo istituzionale, dichiarando che, qualora dovesse essere rinviata a giudizio per il caso della cassa Covid, sarebbe pronta a dimettersi immediatamente, non per un’ammissione di colpevolezza, ma per le implicazioni politiche che tale procedura comporterebbe.
Prospettive future
La vicenda Santanchè è destinata a rimanere un tema caldo nella politica italiana . Nonostante le pressioni interne ed esterne , la ministra sembra intenzionata a non cedere, fortemente ancorata al suo ruolo e alla sua posizione legale .