Le famiglie di coloro che sono stati uccisi in un disastro su una piattaforma petrolifera 45 anni fa hanno accolto un nuovo rapporto che supporta le loro affermazioni di essere state negate giustizia.
Il disastro della piattaforma Alexander Kielland
Le famiglie delle vittime del disastro della piattaforma Alexander Kielland hanno accolto con favore un nuovo rapporto che supporta le loro affermazioni di essere state negate giustizia. La piattaforma Alexander Kielland è affondata nel Mare del Nord nel 1980 , mentre era utilizzata come blocco di alloggio, durante una tempesta, causando la morte di 123 persone , tra cui 22 provenienti dal Regno Unito.
Dettagli sul disastro
Il disastro è avvenuto il 27 marzo 1980 , quando la piattaforma galleggiante si è capovolta a circa 200 miglia (322 km) dalla costa norvegese. Tra le vittime c’era Michael Fleming , il padre di Laura Fleming , che ha dichiarato che il rapporto dovrebbe aiutare a far luce sulla verità di quanto accaduto.
Responsabilità delle autorità
Un studio dell’ Università di Stavanger ha concluso che le autorità norvegesi hanno dato priorità alla reputazione dell’industria petrolifera piuttosto che esplorare a fondo le cause del disastro. È stato affermato che ci sono stati fattori più complessi coinvolti rispetto alla semplice rottura di una gamba della piattaforma, che era stata attribuita ai produttori francesi.
Pressioni sulle famiglie
Dopo il disastro, le famiglie sono state “pressionate” ad accettare risarcimenti senza che venissero fornite spiegazioni su come la piattaforma fosse affondata. Laura Fleming ha sottolineato che il governo norvegese ha preso una decisione consapevole di non condurre un’indagine completa, poiché ciò avrebbe potuto influenzare un’industria che fornisce “ricchezza e prosperità”. Il governo norvegese ha precedentemente chiesto scusa per le mancanze nelle sue indagini, ma nel 2021 ha stabilito che una nuova inchiesta non avrebbe portato a nulla di nuovo.
Lo studio dell’Università di Stavanger
Lo studio condotto dall’ Università di Stavanger ha concluso che le autorità norvegesi hanno dato priorità alla protezione della reputazione dell’industria petrolifera piuttosto che a un’indagine approfondita sulle cause del disastro. È stato evidenziato che ci sono stati fattori più complessi coinvolti rispetto alla semplice rottura di una gamba della piattaforma, che era stata attribuita ai produttori francesi. Laura Fleming, la cui famiglia è stata colpita dalla tragedia, ha dichiarato che dopo il disastro le famiglie sono state ” pressionate ” ad accettare risarcimenti senza ricevere spiegazioni su come sia affondata la piattaforma, con la “porta del potere chiusa a qualsiasi domanda”. Ha aggiunto che il governo norvegese ha preso una decisione consapevole di non seguire ciò che sarebbe stato naturale e sensato dopo un incidente, evitando un’indagine completa per non danneggiare un’industria che fornisce ” ricchezza e prosperità “. Il governo norvegese ha già chiesto scusa per le mancanze nelle sue indagini, ma nel 2021 ha stabilito che una nuova inchiesta non avrebbe portato a nulla di nuovo. Laura Fleming ha espresso la sua gratitudine per il nuovo studio, definendolo ” importante ” e sperando che possa contribuire a far emergere la verità.
Pressioni sulle famiglie dopo il disastro
Le famiglie sono state “pressionate” ad accettare risarcimenti senza che venissero fornite spiegazioni sul motivo per cui la piattaforma si fosse affondata . Laura Fleming, la cui vita è stata segnata dalla tragedia, ha dichiarato che il governo norvegese ha preso una decisione consapevole di non intraprendere le azioni che sarebbero state naturali e sensate dopo un incidente di tale portata. Questo approccio è stato motivato dalla volontà di non compromettere l’industria petrolifera, che rappresenta una fonte di ricchezza e prosperità per il paese. Inoltre, il governo norvegese ha già chiesto scusa per le mancanze nelle sue indagini, ma nel 2021 ha stabilito che una nuova inchiesta non avrebbe portato a risultati significativi .
Richiesta di verità e giustizia
Laura Fleming, che vive a Durham e fa parte della rete di famiglie delle vittime, ha espresso la sua gratitudine per il nuovo studio, definendolo “importante” e sperando che possa aiutare a portare alla luce la verità su quanto accaduto. Ha sottolineato che, dopo il disastro, le famiglie sono state “pressionate” ad accettare risarcimenti senza ricevere spiegazioni su come la piattaforma fosse affondata, con la “porta del potere” chiusa a qualsiasi domanda. La Fleming ha affermato che il governo norvegese ha preso una decisione consapevole di non intraprendere un’indagine completa, poiché ciò avrebbe potuto influenzare l’industria petrolifera, che è fonte di “ricchezza e prosperità” . Nonostante le scuse precedenti del governo norvegese per le mancanze nelle indagini, nel 2021 è stato stabilito che una nuova inchiesta non avrebbe portato a risultati diversi. Laura ha dichiarato di avere ancora molte domande e che la “verità scioccante” su quanto accaduto è stata rivelata solo di recente.