Un team di ricercatori accademici, avvocati e giornalisti di 16 paesi europei ha rivelato una grande campagna di lobbying volta a indebolire una proposta di restrizione dell’UE sull’uso dei ‘forever chemicals’.
Autore
Gary Fooks è professore di criminologia presso l’ Università di Bristol . La sua esperienza accademica lo rende un esperto nel campo della criminologia, contribuendo a ricerche significative e indagini nel settore. Fooks è attivamente coinvolto in progetti di ricerca che affrontano questioni di rilevanza sociale e ambientale, come dimostrato dalla sua partecipazione a indagini sul lobbying nell’industria dei ‘forever chemicals’ .
Dichiarazione di divulgazione
Gary Fooks non lavora per, non consulta, non possiede azioni in, né riceve finanziamenti da alcuna azienda o organizzazione che potrebbe beneficiare di questo articolo. Inoltre, non ha dichiarato affiliazioni rilevanti oltre al suo incarico accademico.
Partner
L’ Università di Bristol è un partner fondamentale in questo progetto, fornendo finanziamenti come partner fondatore di The Conversation UK . Questo supporto è essenziale per la realizzazione delle indagini e delle ricerche condotte nel contesto della campagna di lobbying sui forever chemicals .
Il costo del fallimento delle politiche
Il costo annuale stimato per la bonifica della contaminazione da PFAS in Europa è di 100 miliardi di euro . Questo importo rappresenta una stima conservativa, considerando le difficoltà nel trattare la decontaminazione dei PFAS, che sfuggono alla maggior parte delle tecniche di remediazione tradizionali e richiedono tecnologie altamente specializzate e ad alta intensità energetica per essere eliminate. Questo costo annuale continuerà a persistere finché i PFAS non verranno eliminati e continueranno ad accumularsi nell’ambiente. La stima dei costi è stata supervisionata da esperti come l’ingegnere ambientale Ali Ling e il chimico ambientale Hans Peter Arp , che hanno sviluppato una metodologia con il supporto di un giornalista dei dati.
- Il costo annuale di 100 miliardi di euro è paragonabile al PIL della Bulgaria.
- La campagna di lobbying si basa su tre affermazioni principali:
1. La maggior parte dei PFAS non è dannosa per la salute, quindi non c’è bisogno di una restrizione ampia. 2. Ci sono poche alternative pratiche ai PFAS . 3. Una restrizione ampia sulla loro produzione e uso danneggerebbe l’economia europea, compromettendo la transizione verde. Se l’industria chimica venisse presa sul serio dai funzionari dell’UE, i decisori politici sarebbero più propensi a essere persuasi da questi argomenti.
La nostra indagine ha cercato di esaminare più da vicino queste affermazioni e di valutarne la validità.
Fonte: TheConversationEU