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Il caso del torturatore libico Najeem Almasri arrestato in Italia e subito rilasciato

Errore grave e grossolano da parte del Governo italiano o intrigo internazionale? Cosa c’è dietro la scarcerazione di Osama Najeem Almasri Habish, capo della Polizia giudiziaria libica e noto torturatore di migranti?

Caso Almasri: cosa è successo. Perché il capo dei torturatori libici è stato scarcerato?

Secondo quanto ricostruito, Almasri sabato 18 gennaio si trovava in Germania , dove aveva noleggiato un’auto chiedendo di poterla riconsegnare in Italia , precisamente all’aeroporto di Fiumicino . Nel pomeriggio di sabato, il capo dei torturatori libici arriva a Torino per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan . In quelle stesse ore, un funzionario della Corte Penale Internazionale dell’Aja prende contatto con un funzionario di sicurezza dell’Ambasciata italiana in Olanda per comunicargli la presenza di Almasri in Italia, dove l’uomo viene arrestato il giorno seguente. Perché l’arresto non viene convalidato? Nell’ordinanza di martedì sera della Corte d’Appello di Roma , competente per casi che riguardano l’esecuzione di mandati internazionali, si motiva la decisione col fatto che l’arresto non è stato chiesto dal ministro Nordio .

L’arresto di Almasri – si legge nell’ordinanza di scarcerazione – è stato “ irrituale ”, in quanto “non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte Penale Internazionale”. In altre parole, per convalidare l’arresto del cittadino libico sarebbe stata necessaria un’apposita richiesta in tale senso di Nordio. Richiesta che però non è arrivata. Il ministro – precisa la stessa Corte d’Appello – è stato “interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino ”, ma “a oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito.”

Caso Almasri: perché il ministro Nordio non ha chiesto l’arresto?

Martedì, poche ore prima dell’ordinanza di scarcerazione, il Ministero della Giustizia ha diffuso una nota in cui si afferma che era pervenuta la richiesta della Corte Penale Internazionale per l’arresto del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish . Il Ministero ha comunicato che, considerando il complesso carteggio, il Ministro Nordio stava valutando la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma , ai sensi dell’articolo 4 della legge 237 del 2012.

Dettagli sulla procedura

Tuttavia, l’articolo 4 citato dal Ministero non prevede alcuna “valutazione” da parte del ministro, il quale deve semplicemente “trasmettere” la richiesta della Corte Penale Internazionale al procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma affinché venga eseguita. Pertanto, il ritardo da parte di Nordio nel richiedere l’arresto di Almasri, come previsto dalla procedura, non sembra avere giustificazioni valide.

Tempistiche e comunicazioni

La Corte d’Appello ha precisato che il ministro è stato “interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino”, ma fino a quel momento, “non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito”.

Chi è Najeem Almasri

Najeem Almasri è stato nominato direttore dell’Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli nel 2021. In questo ruolo, ha avuto la responsabilità di supervisionare le prigioni , tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara , che sono formalmente sotto il controllo della Polizia giudiziaria. Dal 2016 , Almasri ha diretto il reparto della Polizia giudiziaria della prigione di Mitiga , un reparto che ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli nell’agosto 2023, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti , tra cui vittime civili. Secondo Amnesty International , Almasri è una persona ricercata dalla Corte penale internazionale , il massimo organismo della giustizia internazionale.

La sua scarcerazione ha suscitato indignazione, poiché è stato rimandato in Libia dallo Stato italiano, che ha l’obbligo di collaborare con la Corte.

Caso Almasri: le reazioni dell’opposizione

Dopo la notizia della scarcerazione del capo dei torturatori libici, tutti i partiti di opposizione hanno chiesto alla premier Giorgia Meloni di riferire “urgentemente” in Aula sulla vicenda.

Reazioni dell’opposizione

  1. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha dichiarato: “Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte Penale Internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia”. Ha chiesto al Governo di chiarire immediatamente perché Almasri sia stato scarcerato e lasciato andare.
  1. Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, ha affermato: “Chiediamo che la presidente Meloni e il ministro Nordio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani perché sia stato liberato un torturatore. Il fatto non è grave ma gravissimo”. Ha sottolineato la necessità di spiegazioni su come un uomo con un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità sia stato rimandato a casa con tutti gli onori, addirittura con un volo di Stato.
  1. Nicola Fratoianni, co-leader di Alleanza Verdi e Sinistra, ha evidenziato che “la giustizia deve fare il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani”.
  1. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha annunciato “una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”.

Fonte: tpi

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