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Giornata della Memoria: Auschwitz e i campi di sterminio nazisti

La Giornata della Memoria celebra la liberazione di Auschwitz, ma ricorda anche gli altri campi di concentramento nazisti e le atrocità commesse.

GIORNATA DELLA MEMORIA, AUSCHWITZ E GLI ALTRI CAMPI DI STERMINIO

La Germania nazista ha creato oltre 44mila campi , considerando anche le strutture carcerarie e le diverse categorie di prigionieri. Il primo campo di concentramento fu quello di Dachau , vicino Monaco, che rimase attivo fino all’aprile del 1945 . Altri campi significativi includono Buchenwald e Sachsenhausen . Inizialmente, i campi di concentramento ospitavano prigionieri di guerra, ma successivamente vennero trasformati in veri e propri campi di sterminio, come quello di Majdanek . Per attuare la “Soluzione finale” , ovvero il genocidio degli ebrei, i nazisti costruirono diversi campi di sterminio in Polonia , dove risiedeva una grande popolazione ebraica.

  1. Il primo campo di sterminio fu Chelmno, dove venivano modificati i gas dei furgoni per uccidere ebrei e rom.
  2. Successivamente entrarono in funzione i campi di concentramento di Treblinka, Belice e Sobibor.
  3. Le camere a gas furono introdotte per rendere più “efficiente” lo sterminio e per rendere le stragi più impersonali. Ad esempio, nel campo di concentramento di Birkenau, parte del complesso di Auschwitz, erano presenti quattro camere a gas.

Il campo di Auschwitz è il più noto, un complesso di oltre 40 campi di sterminio dove morirono circa 1,1 milioni di persone su un totale di tre milioni. Inizialmente, il campo serviva per eliminare prigionieri polacchi e sovietici, ma con la “Soluzione finale” si passò allo sterminio sistematico dei nemici, utilizzando i treni della morte e il gas. Oggi, Auschwitz è un memoriale-museo fondamentale, non solo per la Giornata della Memoria , ma per ricordare l’ Olocausto in ogni giorno dell’anno.

LA “DUE LIBERAZIONI”

Lo storico David Bidussa , in un’intervista al Manifesto , ha sottolineato come la liberazione di Auschwitz sia avvenuta realmente solo quando abbiamo iniziato a raccontare la sua storia, e non solo nel momento in cui è arrivata l’ Armata Rossa . Di fatto, quel campo di concentramento rappresenta “il momento più profondo dell’esserci nella storia”, ma guardare dentro di esso non significa fermarsi solo alla morte; è necessario ridare una prospettiva e ricordare che si può sbagliare, perché solo così si può costruire davvero un’alternativa. Per superare il dramma di Auschwitz , è fondamentale approfondire le premesse che hanno reso possibile tale atrocità, sia a livello culturale che politico. Quando si analizza la storia del campo di concentramento di Auschwitz e di tutti gli altri, non bisogna limitarsi a chiedersi come sia stato possibile, ma anche dove fosse l’opinione pubblica e l’opposizione. Dietro a tutto ciò, segnala Bidussa , c’è un lungo percorso fatto di opinioni e convinzioni.

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