Nei giorni scorsi, i militari della Stazione Carabinieri di Borello hanno denunciato una donna di 36 anni, ritenuta presunta responsabile dei reati di atti persecutori, procurato allarme e interruzione di un servizio di pubblica necessità.
Dettagli della denuncia e delle accuse
Nei giorni scorsi, i militari della Stazione Carabinieri di Borello hanno denunciato una donna di 36 anni , ritenuta presunta responsabile dei reati di atti persecutori , procurato allarme presso l’autorità e interruzione di un servizio di pubblica necessità . La vicenda ha avuto inizio diversi mesi fa, quando un uomo di 57 anni , residente nel territorio, è diventato il bersaglio di una pressante attività persecutoria telefonica. La 36enne, spinta da motivazioni futili, ha posto in atto nei suoi confronti una pressante sequela di chiamate. A seguito del rifiuto della vittima di rispondere alle reiterate chiamate, la 36enne ha iniziato a segnalare false situazioni di pericolo ai numeri di emergenza nazionali, richiedendo più volte l’intervento dei militari dell’Arma, dei Vigili del Fuoco, del personale sanitario e persino di un’impresa di pompe funebri. Tali azioni hanno comportato un dispendio di risorse e un distoglimento degli equipaggi di pronto intervento dai loro compiti istituzionali, a discapito di eventuali cittadini che avrebbero potuto necessitare di un intervento urgente.
Le indagini, condotte dai Carabinieri di Borello, hanno permesso di confermare quanto denunciato dalla vittima. Pertanto, immediatamente edotto, il Pubblico Ministero ha disposto l’attivazione del “codice rosso” e – a salvaguardia dell’incolumità della vittima – ha richiesto al GIP presso il Tribunale di Forlì l’emissione di un’idonea misura di sicurezza nei confronti della donna, stante la gravità dei fatti contestati. Il GIP, vagliata la richiesta, ha disposto a carico della 36enne la libertà vigilata , congiuntamente all’obbligo di sottoporsi a un percorso terapeutico presso il Servizio Psichiatrico dell’A.U.S.L. di competenza.
Falsi allarmi e interventi non necessari
A seguito del rifiuto della vittima di rispondere alle reiterate chiamate, la 36enne ha iniziato a segnalare false situazioni di pericolo ai numeri di emergenza nazionali, richiedendo più volte l’intervento dei militari dell’Arma , dei Vigili del Fuoco , del personale sanitario e persino di un’ impresa di pompe funebri . Tali azioni hanno comportato un dispendio di risorse e un distoglimento degli equipaggi di pronto intervento dai loro compiti istituzionali, a discapito di eventuali cittadini che avrebbero potuto necessitare di un intervento urgente . Le indagini, condotte dai Carabinieri di Borello , hanno permesso di confermare quanto denunciato dalla vittima.
Misure di sicurezza disposte dal GIP
Il GIP ha preso una decisione importante riguardo alla 36enne denunciata. Dopo aver esaminato la gravità dei fatti, ha disposto per lei la libertà vigilata . Inoltre, è stato imposto l’obbligo di intraprendere un percorso terapeutico presso il Servizio Psichiatrico dell’A.U.S.L. di competenza. Questa misura è stata adottata per garantire la sicurezza della vittima e per affrontare le problematiche della donna, in considerazione della gravità delle accuse mosse nei suoi confronti.
Fonte: lamilano