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COP29: Sfide Cruciali per la COP30 e il Futuro del Clima

La COP29 ha messo in evidenza le sfide cruciali che la comunità internazionale dovrà affrontare in vista della COP30 e del futuro del clima globale. Il ‘Rapporto sulla Lacuna nelle Emissioni 2024’ dell’UNEP, presentato all’inizio della conferenza, ha sottolineato che le attuali emissioni di gas serra ci stanno portando verso un riscaldamento globale medio di 3,1 gradi Celsius. Questo scenario prevede un aumento delle temperature in aree continentali come il Brasile, con impatti significativi su popolazione, economia ed ecosistemi. Nonostante l’urgenza di affrontare la riduzione delle emissioni, la COP29 si è concentrata principalmente sul finanziamento, lasciando in secondo piano le strategie di adattamento al nuovo clima. Il documento finale della conferenza ha evidenziato tre punti principali: la definizione di un nuovo obiettivo di finanziamento climatico, la strutturazione del mercato globale del carbonio e l’assenza di un impegno chiaro per porre fine all’uso dei combustibili fossili. Con la COP30 che si terrà sotto la guida del Brasile, sarà fondamentale colmare le lacune lasciate dalla conferenza di Baku, promuovendo politiche efficaci per la riduzione delle emissioni e sostenendo i paesi in via di sviluppo nell’adattamento al cambiamento climatico.

Relatório UNEP 2024: Rischi di Riscaldamento Globale a 3.1°C

Il “Relatório Sobre a Lacuna nas Emissões de 2024” dell’UNEP, presentato all’inizio della COP29, evidenzia che con le attuali emissioni di gas serra, ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento globale medio di 3.1°C. Questo implica che in aree continentali come il Brasile, le temperature potrebbero aumentare di 4-4.5°C, con enormi impatti sulla popolazione, l’economia e gli ecosistemi. Nonostante ciò, la COP29 si è concentrata principalmente sul finanziamento, trascurando la riduzione delle emissioni di gas serra e l’adattamento al nuovo clima. Il documento finale della COP29 ha tre punti salienti: la definizione di un nuovo obiettivo di finanziamento climatico, la NCQG, con 300 miliardi di dollari annui per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni e adattarsi al nuovo clima; la strutturazione del mercato globale del carbonio; e l’assenza di menzione della necessità di cessare l’uso dei combustibili fossili. Le negoziazioni alla COP29 sono state complicate dalle elezioni negli Stati Uniti e dal fatto che si svolgessero in un paese produttore di petrolio.

Il valore di 300 miliardi di dollari annui è stato visto come una “flagrante violazione della giustizia climatica” dall’India. Inoltre, il documento finale non attribuisce responsabilità ai paesi sviluppati e non stabilisce che il finanziamento debba essere pubblico, il che potrebbe diluire le fonti e le responsabilità. Importante, il testo apre la possibilità che parte del finanziamento avvenga tramite meccanismi di prestito, visti come un rischio di maggiore indebitamento per i paesi in via di sviluppo. Alla COP29 sono stati fatti progressi nella regolamentazione internazionale del mercato globale del carbonio. Questa regolamentazione deve beneficiare le popolazioni locali, come nel caso dei crediti forestali dell’Amazzonia.

Ciò significa che potrebbe non esserci una riduzione effettiva delle emissioni, ma solo uno spostamento delle emissioni di gas serra. Marina Silva ha dichiarato: “Se a Dubai abbiamo stabilito che dovremmo allinearci con 1,5°C (l’obiettivo dell’Accordo di Parigi per il controllo del riscaldamento globale) e per questo era necessario triplicare le energie rinnovabili, raddoppiare l’efficienza energetica e fare la transizione per la fine dell’uso dei fossili, allora qui dobbiamo uscire con un allineamento su ciò che è necessario in termini di risorse per rispettare questi sforzi”. Quest’anno, il 2024, supereremo l’obiettivo di riscaldamento di 1.5°C stabilito dall’Accordo di Parigi. I 196 paesi firmatari della Convenzione sul Clima dovranno registrare entro febbraio i loro nuovi obiettivi volontari di riduzione delle emissioni, come ha fatto il Brasile durante la COP29. Con tanta incertezza sulla questione del finanziamento, è probabile che i paesi in via di sviluppo fissino obiettivi poco ambiziosi, sapendo che dovranno contare solo sulle proprie risorse.

La COP30, sotto la guida del Brasile, dovrà essere molto competente e dedicata per colmare le lacune lasciate da Baku, promuovendo l’avanzamento delle politiche di riduzione delle emissioni, aiutando i paesi in via di sviluppo ad adattarsi al nuovo clima e strutturando una nuova economia mondiale a basso carbonio, senza l’uso di combustibili fossili. Tutte queste questioni esercitano pressioni sulla COP30, poiché dovremo colmare le importanti lacune lasciate dalla conferenza di Baku. Dovremo lottare per aumentare il finanziamento e ricostruire la fiducia tra i paesi. Dobbiamo chiarire che le emissioni devono ridursi rapidamente. È anche necessario cambiare il modello di governance, poiché tutte le decisioni nelle COP devono essere prese per consenso unanime, cosa che oggi è quasi impossibile.

COP29: Finanziamenti Climatici e Giustizia Climatica

La COP29 ha messo in evidenza la questione cruciale dei finanziamenti climatici, con un focus particolare sulla giustizia climatica. Durante la conferenza, è stata proposta una nuova meta di finanziamento climatico, la NCQG, con un obiettivo di 300 miliardi di dollari all’anno. Questo finanziamento mira a stabilire un sistema finanziario che aiuti i paesi in via di sviluppo a ridurre le loro emissioni e ad adattarsi al nuovo clima. Tuttavia, l’importo proposto è stato criticato da alcuni paesi, come l’India, che lo ha definito una ‘flagrante violazione della giustizia climatica’. Inoltre, il documento finale della COP29 non ha attribuito responsabilità specifiche ai paesi sviluppati e non ha stabilito che il finanziamento debba essere pubblico.

La regolamentazione del mercato globale del carbonio è stata un altro tema centrale, con l’obiettivo di garantire benefici per le popolazioni locali, specialmente nei progetti di crediti forestali come quelli dell’Amazzonia. Nonostante questi sviluppi, il documento finale non ha menzionato la necessità di porre fine all’uso dei combustibili fossili. Le negoziazioni sono state complicate dalle elezioni negli Stati Uniti e dal fatto che la conferenza si è tenuta in un paese produttore di petrolio. I paesi in via di sviluppo hanno sottolineato la necessità di un fondo di 1,3 trilioni di dollari per finanziare l’azione climatica. Con l’incertezza sul finanziamento, è probabile che questi paesi presentino obiettivi di riduzione delle emissioni poco ambiziosi.

Mercato Globale del Carbonio: Prospettive e Sfide

Il mercato globale del carbonio rappresenta una delle principali sfide e opportunità per la lotta contro il cambiamento climatico. Durante la COP29, sono stati fatti progressi significativi nella regolamentazione di questo mercato, con l’obiettivo di garantire benefici per le popolazioni locali, specialmente in aree come l’Amazzonia. Un paese sviluppato può finanziare progetti di riduzione delle emissioni in un paese in via di sviluppo, ricevendo in cambio permessi per emettere carbonio entro certi limiti. Tuttavia, questo sistema potrebbe non portare a una reale riduzione delle emissioni globali, ma solo a una redistribuzione geografica delle stesse. La regolamentazione deve quindi essere strutturata in modo da evitare che i crediti di carbonio diventino una semplice scappatoia per continuare a inquinare.

COP30: Il Ruolo del Brasile nella Nuova Governance Globale

Il Brasile avrà un ruolo cruciale nella COP30, guidando la transizione verso una nuova governance globale. La conferenza dovrà affrontare le lacune lasciate dalla COP29, promuovendo politiche di riduzione delle emissioni e supportando i paesi in via di sviluppo nell’adattamento al nuovo clima. Sarà fondamentale aumentare il finanziamento e ricostruire la fiducia tra le nazioni, sottolineando l’urgenza di ridurre rapidamente le emissioni. Il Brasile, sotto la leadership di Lula, potrebbe iniziare a modificare il modello di governance globale, come già accennato durante il G20. La necessità di un cambiamento nel processo decisionale delle COP è evidente, poiché il consenso unanime si è dimostrato inefficace.

La creazione di un’economia mondiale a basso contenuto di carbonio, senza combustibili fossili, sarà un obiettivo chiave. La pressione sulla COP30 è alta, ma il Brasile ha la possibilità di guidare un cambiamento significativo. La conferenza dovrà anche affrontare la questione del finanziamento, cercando di stabilire un sistema equo e sostenibile. La fiducia tra i paesi deve essere ricostruita per garantire il successo delle politiche climatiche future. Il Brasile avrà l’opportunità di influenzare positivamente la governance globale, promuovendo un modello più efficace e inclusivo.

COP30: Il Ruolo del Brasile nella Nuova Governance Globale COP29: Sfide Cruciali per la COP30 e il Futuro del Clima
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Sfide per la COP30: Riduzione delle Emissioni e Adattamento Climatico

La COP30 si trova di fronte a sfide significative per affrontare la riduzione delle emissioni e l’adattamento climatico. Il “Rapporto sulla Lacuna nelle Emissioni 2024” dell’UNEP ha evidenziato che le attuali emissioni di gas serra ci portano verso un riscaldamento globale medio di 3,1 gradi Celsius. In regioni continentali come il Brasile, ciò potrebbe tradursi in un aumento della temperatura tra 4 e 4,5 gradi Celsius, con impatti enormi su popolazione, economia ed ecosistemi. Nonostante queste preoccupazioni, la COP29 si è concentrata principalmente sul finanziamento, trascurando la riduzione delle emissioni e l’adattamento al nuovo clima. Il documento finale della COP29 ha messo in evidenza tre punti principali: la definizione di un nuovo obiettivo di finanziamento climatico, la NCQG, con 300 miliardi di dollari annui per aiutare i paesi in via di sviluppo; la strutturazione del mercato globale del carbonio; e l’assenza di menzione sulla necessità di eliminare l’uso dei combustibili fossili.

I paesi in via di sviluppo hanno richiesto un fondo di 1,3 trilioni di dollari per finanziare l’azione climatica, mentre i 300 miliardi di dollari annui proposti sono stati considerati insufficienti dall’India. Il documento finale non attribuisce responsabilità ai paesi sviluppati e non specifica che il finanziamento debba essere pubblico, aprendo la possibilità a meccanismi di prestito. La regolamentazione del mercato globale del carbonio deve avvantaggiare le popolazioni locali, come nel caso dei crediti forestali dell’Amazzonia. Marina Silva ha sottolineato l’importanza di allinearsi con l’obiettivo di 1,5 gradi Celsius dell’Accordo di Parigi, richiedendo un aumento delle energie rinnovabili e una transizione dai combustibili fossili. Nel 2024, supereremo l’obiettivo di riscaldamento di 1,5 gradi Celsius, e i paesi firmatari della Convenzione sul Clima dovranno registrare nuove mete di riduzione delle emissioni.

credits: TheConversationBR

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