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Cop29: Impegno dei Paesi Ricchi per il Clima

La Conferenza delle Parti (COP29) rappresenta un momento cruciale per l’impegno dei paesi ricchi nella lotta contro il cambiamento climatico. A Baku, in Azerbaigian, le negoziazioni internazionali sul clima si concentrano sulla necessità di stabilire un nuovo e ambizioso obiettivo di finanziamento climatico. Simon Stiell, a capo del processo delle Nazioni Unite per limitare il riscaldamento globale, sottolinea l’importanza di questo obiettivo per guidare una transizione globale verso l’energia pulita e garantire che le nazioni più vulnerabili siano in grado di affrontare le crescenti catastrofi climatiche. Tuttavia, le discussioni sono in stallo, complicate dalle recenti elezioni negli Stati Uniti e dalle decisioni politiche di leader come Donald Trump e Javier Milei. La sfida è trovare i fondi necessari per sostenere i paesi in via di sviluppo, che affrontano le conseguenze più gravi del cambiamento climatico, senza compromettere i progressi economici e sociali raggiunti negli ultimi decenni.

Cop29: Obiettivo Ambizioso per il Finanziamento Climatico

Durante i negoziati internazionali sul clima a Baku, Azerbaigian, è emersa la necessità di un nuovo obiettivo ambizioso per il finanziamento climatico. Simon Stiell, a capo del processo delle Nazioni Unite per limitare il riscaldamento globale, ha sottolineato l’importanza di questo obiettivo. Le discussioni sono in stallo all’inizio della seconda settimana, con l’obiettivo di raccogliere fondi per promuovere una transizione globale verso l’energia pulita. È fondamentale garantire che coloro che subiscono le conseguenze dei disastri climatici siano abbastanza resilienti per rispondere. La ricerca di questi finanziamenti è complicata dall’esito delle elezioni negli Stati Uniti.

Anche il presidente argentino di estrema destra, Javier Milei, ha ritirato i delegati del suo paese dai colloqui. Trump ha suggerito di abrogare l’Inflation Reduction Act del 2022, che ha esteso i crediti d’imposta per le energie rinnovabili e gli investimenti in tecnologia verde negli Stati Uniti. Trascurare questi sforzi alimenterà i crescenti disastri climatici, come le recenti inondazioni a Valencia, in Spagna. È cruciale come la comunità globale agisca per compensare i paesi meno in grado di sopportare questi impatti. Le poste in gioco sono enormi per i paesi a basso e medio reddito.

Questo distoglie fondi da misure per ridurre le emissioni di carbonio, ma anche da sanità, istruzione e altri servizi pubblici. I guadagni economici di molti paesi poveri negli ultimi decenni vengono annullati dai cambiamenti climatici. La perdita e il danno causati dal riscaldamento climatico sono stati al centro delle negoziazioni tra paesi ricchi e poveri per oltre un decennio. Al vertice dell’anno scorso, Cop28 a Dubai, è stato annunciato che sarebbe stato istituito un nuovo fondo. La compensazione diretta per le perdite e i danni subiti dalle nazioni più povere non è sul tavolo, ma ciò che il fondo finanzierà è ancora da decidere.

Decisioni importanti vengono devolute a organismi scarsamente finanziati mentre i comitati sono ostinatamente divisi tra paesi in via di sviluppo e sviluppati. Con il fondo per la perdita e il danno, non c’è ancora risposta alla domanda su dove verranno trovati i finanziamenti. Non è chiaro se saranno sufficienti per affrontare i costi crescenti e chi potrà accedervi. Tuttavia, ci sono stati progressi. I paesi ricchi hanno promesso circa 700 milioni di dollari al fondo durante Cop28.

Questo conferisce al consiglio personalità giuridica per formare partenariati, incluso con la Banca Mondiale, che ospiterà il segretariato responsabile dell’attuazione delle decisioni del consiglio. Anche le stime più conservative suggeriscono che il costo totale della perdita e del danno potrebbe raggiungere tra i 150 e i 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. La questione dipende in parte da come vengono definite le esigenze di perdita e danno. I paesi sviluppati vogliono concentrarsi su progetti che affrontano le perdite da pericoli a lenta insorgenza ed evitare il tema della compensazione. I paesi in via di sviluppo nel consiglio del fondo hanno affermato che almeno 100 miliardi di dollari all’anno di supporto dovrebbero essere forniti entro il 2030.

Nel frattempo, i paesi sviluppati preferiscono investimenti da individui e aziende per colmare il divario. Ma il caso aziendale per finanziare programmi per affrontare le perdite climatiche appare molto diverso rispetto, ad esempio, all’investimento in energie rinnovabili. È necessaria una certa immaginazione. I gruppi della società civile hanno spinto per forme innovative di finanziamento climatico, come una tassa sui voli o un’imposta sul trasporto marittimo. La maggior parte dei modelli di finanziamento climatico pubblico fornisce sovvenzioni per progetti specifici.

Il banchiere senegalese e americano Ibrahima Cheikh Diong è stato recentemente nominato direttore esecutivo del fondo. Ha guidato un’agenzia internazionale che ha raggruppato l’assicurazione per i paesi africani a seguito di eventi meteorologici estremi. I paesi sviluppati hanno a lungo preferito l’assicurazione, anziché sovvenzioni finanziate pubblicamente, per finanziare la perdita e il danno. Alcuni osservatori temono che il background di Diong orienterà il fondo di conseguenza. Ma con l’escalation degli impatti climatici, alcuni beni, come case e attività commerciali in città costiere vulnerabili o villaggi agricoli, potrebbero non essere più assicurabili.

E poi ci sono perdite legate al patrimonio culturale, alla salute fisica e mentale e ai mezzi di sussistenza che non possono essere compensate tramite l’assicurazione. Poiché il denaro promesso a Dubai per il fondo non è ancora stato consegnato, e le fonti, i tipi e i modi di accesso al fondo devono ancora essere determinati, il destino del fondo rimane ambiguo. La conferenza del prossimo anno segnerà 30 anni di negoziati sui cambiamenti climatici. Non c’è da meravigliarsi se le persone si chiedono se questo processo stia funzionando. Il fondo per la perdita e il danno è un microcosmo delle negoziazioni più ampie.

Sfide Politiche e Finanziarie nei Negoziati di Baku

Le discussioni sui finanziamenti climatici a Baku sono bloccate all’inizio della seconda settimana. L’obiettivo principale è raccogliere fondi per promuovere una transizione globale verso l’energia pulita e garantire che i paesi più colpiti dai disastri climatici siano in grado di rispondere efficacemente. Tuttavia, trovare questi finanziamenti è diventato più difficile dopo le elezioni negli Stati Uniti. Il presidente eletto Donald Trump ha promesso di ritirare il suo paese dall’accordo di Parigi e forse anche dai negoziati climatici internazionali. Anche il presidente argentino Javier Milei ha ritirato i delegati del suo paese dai colloqui.

Trascurare questi sforzi alimenterà disastri climatici crescenti, come le recenti inondazioni a Valencia, in Spagna. La comunità globale deve agire per compensare i paesi meno in grado di sopportare questi impatti. I paesi ricchi hanno promesso circa 700 milioni di dollari al fondo durante la Cop28. Il consiglio del fondo ha scelto le Filippine come sede, conferendo al consiglio personalità giuridica per formare partenariati. Tuttavia, non c’è ancora una risposta su dove verranno reperiti i fondi e chi potrà accedervi.

Impatto delle Elezioni USA sul Finanziamento Climatico

Le elezioni negli Stati Uniti hanno avuto un impatto significativo sul finanziamento climatico globale. L’elezione di Donald Trump ha complicato gli sforzi per raccogliere fondi per il clima, poiché ha promesso di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi. Questo ha creato incertezza e ha reso più difficile trovare finanziamenti per la transizione verso l’energia pulita. Inoltre, Trump ha suggerito di abrogare l’Inflation Reduction Act del 2022, che aveva esteso i crediti d’imposta per le energie rinnovabili. La mancanza di impegno da parte degli Stati Uniti, uno dei maggiori emettitori storici di gas serra, ha sollevato preoccupazioni tra i paesi in via di sviluppo.

Fondo per Perdite e Danni: Prospettive e Difficoltà

Il Fondo per Perdite e Danni rappresenta una sfida complessa nelle negoziazioni climatiche internazionali. Nonostante i progressi, come la promessa di 700 milioni di dollari da parte dei paesi ricchi durante la Cop28, il fondo deve ancora affrontare numerose difficoltà. La questione principale riguarda la fonte dei finanziamenti e la loro sufficienza per coprire i costi crescenti delle perdite e dei danni climatici. I paesi sviluppati preferiscono investimenti privati, mentre quelli in via di sviluppo sottolineano l’importanza del finanziamento pubblico. La nomina di Ibrahima Cheikh Diong come direttore esecutivo del fondo solleva preoccupazioni sulla possibile preferenza per soluzioni assicurative, che potrebbero non essere adatte a tutte le situazioni.

Fondo per Perdite e Danni: Prospettive e Difficoltà Cop29: Impegno dei Paesi Ricchi per il Clima
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Ruolo dei Paesi Sviluppati nel Finanziamento Pubblico

I paesi sviluppati hanno un ruolo cruciale nel finanziamento pubblico per affrontare i cambiamenti climatici. Essi devono impegnarsi a fornire risorse finanziarie significative per sostenere i paesi in via di sviluppo. È essenziale che questi fondi siano destinati a progetti che affrontano le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici. Le nazioni sviluppate preferiscono spesso investimenti privati, ma è fondamentale che il finanziamento pubblico sia prioritario. Le perdite legate al patrimonio culturale e alla salute non possono essere compensate solo attraverso assicurazioni.

È importante che i fondi siano accessibili e che le modalità di accesso siano chiaramente definite. Le nazioni sviluppate devono garantire che i fondi promessi siano effettivamente erogati. La trasparenza e la responsabilità nella gestione dei fondi sono essenziali per il successo delle iniziative climatiche. I paesi sviluppati devono collaborare con organizzazioni internazionali per massimizzare l’efficacia dei finanziamenti. È necessario un impegno continuo per garantire che i fondi siano sufficienti a coprire i costi crescenti delle perdite climatiche.

Innovazioni nel Finanziamento Climatico: Tasse e Assicurazioni

Innovazioni nel finanziamento climatico stanno emergendo come soluzioni per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Le tasse sui voli e le imposte sul trasporto marittimo sono proposte innovative per raccogliere fondi. Queste misure potrebbero generare entrate significative per finanziare progetti di adattamento e mitigazione. Tuttavia, l’efficacia di tali tasse dipende dalla loro implementazione e accettazione globale. Le assicurazioni sono un altro strumento considerato per coprire i danni causati da eventi climatici estremi.

Nonostante ciò, non tutti i danni sono assicurabili, specialmente quelli legati a cambiamenti lenti come l’innalzamento del livello del mare. Le perdite culturali e di salute mentale non possono essere facilmente compensate attraverso l’assicurazione. La sfida è trovare un equilibrio tra finanziamenti pubblici e privati per affrontare le diverse esigenze. Le nazioni sviluppate preferiscono spesso l’assicurazione rispetto ai finanziamenti pubblici diretti. Tuttavia, l’aumento degli impatti climatici potrebbe rendere alcune aree non assicurabili.

Le innovazioni nel finanziamento climatico devono essere adattabili e inclusive per affrontare le sfide future. La collaborazione internazionale è cruciale per sviluppare soluzioni finanziarie sostenibili e resilienti. Le discussioni in corso mirano a definire le modalità di accesso e utilizzo dei fondi climatici. La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per il successo delle iniziative di finanziamento climatico. Le soluzioni innovative devono essere integrate in un quadro globale per massimizzare il loro impatto.

credits: TheConversationUK

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