Alla conferenza sul clima COP29 a Baku, i negoziatori hanno raggiunto un accordo storico sulle regole che governano il commercio globale dei crediti di carbonio, chiudendo quasi un decennio di dibattiti su questo schema controverso. L’intesa apre la strada a un sistema in cui paesi o aziende possono acquistare crediti per la rimozione o l’evitamento delle emissioni di gas serra altrove nel mondo, contando poi queste riduzioni come parte dei propri sforzi climatici. Tuttavia, le regole presentano diverse lacune significative che anni di discussioni non sono riusciti a risolvere, sollevando critiche sul fatto che il sistema possa consentire a paesi e aziende di continuare a inquinare.
COP29: Accordo sul Carbon Trading e le Critiche di Doppio Conteggio
Durante la COP29 a Baku, l’accordo sul carbon trading ha suscitato critiche riguardo al rischio di doppio conteggio. Questo problema si verifica quando due crediti di carbonio vengono emessi per una sola unità di riduzione delle emissioni. La Climate Land Ambition and Rights Alliance ha espresso preoccupazioni su come le regole possano non prevenire danni alle comunità locali. In particolare, le popolazioni indigene potrebbero essere ostacolate nell’accesso alle terre destinate a progetti di stoccaggio del carbonio. Le nuove regole non specificano i periodi di tempo o gli standard minimi per lo stoccaggio “duraturo” del carbonio.
Sfide del Carbon Trading: Impatti su Comunità Locali e Regole Controverse
Il nuovo accordo sul carbon trading, noto come Meccanismo di Scambio dell’Accordo di Parigi, presenta diverse sfide significative. Le regole attuali rischiano di consentire il “doppio conteggio”, emettendo due crediti di carbonio per una sola unità di riduzione delle emissioni. Questo problema potrebbe minare l’integrità del sistema e ridurre l’efficacia degli sforzi di riduzione delle emissioni. Inoltre, le regole non riescono a prevenire danni alle comunità locali, specialmente quando i progetti di stoccaggio del carbonio impediscono l’accesso alle terre indigene. La mancanza di standard minimi per lo stoccaggio “duraturo” del carbonio è un’altra questione critica.
Tuttavia, molti governi continuano a fare affidamento su questi metodi per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Nel 2023, quasi nessun carbonio è stato assorbito da foreste o suoli a causa di siccità e incendi intensificati dal cambiamento climatico. Questo solleva dubbi sull’affidabilità dei sistemi naturali per catturare e immagazzinare carbonio. L’Australia dovrebbe evitare di acquistare crediti per compensazioni basate su terra per emissioni di lunga durata. Dovrebbe anche rivedere il proprio schema nazionale di scambio di carbonio per allinearlo a questi principi.
Meccanismo di Scambio dell’Accordo di Parigi: Problemi di Rimozione del Carbonio
Il nuovo accordo, noto formalmente come Meccanismo di Scambio dell’Accordo di Parigi, presenta diversi problemi significativi. Uno dei problemi principali riguarda i dettagli sulla rimozione del carbonio. Ad esempio, nel caso di una compagnia che brucia carbone in Australia e compensa le emissioni acquistando crediti da una compagnia che pianta alberi in Indonesia, il carbonio immagazzinato negli alberi dovrebbe rimanere lì per tutto il tempo in cui le emissioni prodotte dalla combustione del carbone restano nell’atmosfera. Tuttavia, l’immagazzinamento del carbonio nei suoli e nelle foreste è considerato temporaneo. Per essere considerato permanente, il carbonio deve essere immagazzinato geologicamente, cioè iniettato in formazioni rocciose sotterranee.
La rimozione temporanea del carbonio in terreni e foreste non dovrebbe essere utilizzata per compensare le emissioni di combustibili fossili, che rimangono nell’atmosfera per millenni. Eppure i governi stanno già facendo eccessivo affidamento su tali metodi per raggiungere i loro impegni di Parigi. Le nuove regole deboli non fanno che esacerbare questo problema. Per peggiorare le cose, nel 2023, quasi nessun carbonio è stato assorbito dalle foreste o dai suoli della Terra, poiché il clima in riscaldamento ha aumentato l’intensità della siccità e degli incendi. Questa tendenza solleva interrogativi sui programmi che dipendono da questi sistemi naturali per catturare e immagazzinare il carbonio.
Articolo 6: Regole Complesse per il Mercato Globale del Carbonio
Articolo 6 del trattato di Parigi stabilisce le regole per il mercato globale del carbonio, un sistema complesso e controverso. Questo articolo permette il commercio di crediti di carbonio tra paesi e aziende, supervisionato dalle Nazioni Unite. Le regole sono state oggetto di dibattito per anni, con progressi significativi solo negli ultimi incontri COP. Nel 2021, la COP26 ha istituito un organismo di supervisione indipendente per raccomandare standard per la rimozione del carbonio. Tuttavia, le raccomandazioni sono state respinte nei successivi incontri COP del 2022 e 2023.
Durante la COP di quest’anno a Baku, gli standard sono stati adottati rapidamente, suscitando critiche per la mancanza di un processo adeguato. Le regole finali adottate a Baku sono state criticate per il rischio di “doppio conteggio” dei crediti di carbonio. Inoltre, le regole non prevengono danni alle comunità locali, come nel caso delle popolazioni indigene. Il meccanismo di scambio di carbonio del trattato di Parigi presenta problemi, specialmente riguardo alla rimozione del carbonio. La rimozione temporanea del carbonio in terreni e foreste non dovrebbe compensare le emissioni di combustibili fossili.
Nel 2023, quasi nessun carbonio è stato assorbito da foreste o suoli a causa di siccità e incendi. Questo solleva dubbi sui sistemi che dipendono da questi metodi naturali per catturare il carbonio. I paesi possono già scambiare crediti di carbonio sotto l’accordo di Parigi, ma il commercio centralizzato inizierà con un registro delle Nazioni Unite. L’Australia dovrebbe evitare di acquistare crediti per compensazioni basate su terra per emissioni durature. Dovrebbe anche rivedere il suo schema nazionale di scambio di carbonio.
COP29: Adozione Rapida degli Standard e Critiche al Processo
Durante la COP29 a Baku, gli standard per il commercio di carbonio sono stati adottati rapidamente, suscitando critiche sul processo. Gli ospiti azeri hanno accelerato l’adozione degli standard già dal primo giorno della conferenza. Questo ha portato a lamentele riguardo al mancato rispetto delle procedure corrette. Nei successivi due settimane, i negoziatori hanno lavorato per sviluppare ulteriormente le regole. Una decisione finale è stata adottata nel weekend, ma ha attirato critiche.
Le regole rischiano il “doppio conteggio”, emettendo due crediti per una sola unità di riduzione delle emissioni. Inoltre, non riescono a prevenire danni alle comunità, come quando i Popoli Indigeni sono esclusi da terre destinate a progetti di stoccaggio del carbonio. Il nuovo accordo, noto come Meccanismo di Scambio dell’Accordo di Parigi, presenta altri problemi. La rimozione del carbonio è un aspetto critico, ma le regole non specificano periodi o standard minimi per lo stoccaggio “duraturo”. Lo stoccaggio temporaneo in terreni e foreste non dovrebbe compensare le emissioni da combustibili fossili.
Futuro del Carbon Trading: Sfide e Opportunità per i Paesi
Il futuro del carbon trading presenta numerose sfide e opportunità per i paesi coinvolti. L’accordo raggiunto alla COP29 ha suscitato critiche per la mancanza di standard chiari sulla durata dello stoccaggio del carbonio. Alcuni paesi potrebbero continuare a fare affidamento su metodi temporanei di rimozione del carbonio, come il rimboschimento, per compensare le emissioni di combustibili fossili. Tuttavia, questi metodi non garantiscono una riduzione permanente delle emissioni, poiché il carbonio immagazzinato in suoli e foreste è considerato temporaneo. La necessità di stoccaggio geologico del carbonio, che offre una soluzione più duratura, è stata sottolineata ma non adeguatamente affrontata nelle nuove regole.
I paesi devono considerare l’adozione di un quadro che tratti la rimozione del carbonio come un complemento, non un sostituto, della riduzione delle emissioni. L’Australia, ad esempio, dovrebbe evitare di acquistare crediti per compensazioni basate su terra per emissioni di lunga durata. La creazione di un registro centralizzato da parte delle Nazioni Unite faciliterà il commercio di crediti di carbonio, ma richiede un’attenta supervisione per evitare il doppio conteggio. Le opportunità di investimento in progetti ambientali potrebbero essere significative, ma devono essere bilanciate con la necessità di ridurre effettivamente le emissioni globali. La trasparenza e l’integrità del sistema di carbon trading sono essenziali per mantenere la fiducia dei paesi e delle aziende partecipanti.