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Come si informano i giovani: sui social media, nonostante la poca fiducia

Nel contesto di una cittadinanza digitale competente, è fondamentale comprendere come i giovani consumano notizie e il grado di fiducia che ripongono nelle fonti.

Più fiducia nelle fonti?

La esposizione a contenuti di bassa qualità e la diffusione massiccia di bufale o fake news non solo generano disinformazione , ma erodono anche la fiducia nelle piattaforme digitali e nei media in generale. Il studio mostra che i giovani consumano più notizie attraverso i social media rispetto ad altri gruppi di età; la loro fiducia in queste fonti è bassa, sebbene superiore alla media della popolazione generale ( 27% contro 17% ). Seppur i giovani mostrino una maggiore fiducia nei social media rispetto alla popolazione generale, questa differenza svanisce considerando altre variabili contestuali al di là dell’età. Tale fiducia è influenzata da diversi fattori, tra cui spicca l’ uso che si fa di queste piattaforme. In questo senso, si osserva una relazione bidirezionale : coloro che utilizzano di più i social media (indipendentemente dall’età) tendono a fidarsi di più delle loro notizie, e questa fiducia, a sua volta, incrementa il consumo di informazioni attraverso tali piattaforme.

Pertanto, le persone di qualsiasi età, non solo i giovani, sono più suscettibili a credere nelle informazioni provenienti dai social media man mano che aumentano il loro consumo di queste.

Modelli di consumo: il declino del tradizionale

I giovani si rivolgono sempre meno ai media tradizionali come la televisione , la radio o la stampa . Al contrario, preferiscono utilizzare le reti sociali per informarsi. Secondo un rapporto, le reti sociali hanno superato la radio come terza fonte di informazione più importante per questo gruppo demografico. Tuttavia, il consumo di notizie attraverso le reti sociali non avviene sempre in modo intenzionale. Molti giovani si imbattono in informazioni in modo casuale, influenzando così la loro percezione della realtà attraverso ciò che appare nel loro feed – ovvero tutto il contenuto che visualizzano nelle loro reti sociali , sia esso scritto o audiovisivo.

Questo fenomeno di agenda-setting invertita evidenzia l’urgenza di promuovere abilità critiche che consentano ai giovani di identificare fonti affidabili e di evitare la manipolazione informativa .

Cittadinanza digitale: una risposta necessaria

In un periodo in cui la disinformazione e le notizie false si diffondono rapidamente, la cittadinanza digitale emerge come una risposta fondamentale. La UNESCO definisce questo concetto come un insieme di abilità che consentono agli individui di accedere, valutare e utilizzare le informazioni in modo critico ed etico, partecipando attivamente alla società. Questo approccio promuove un consumo critico delle informazioni, permettendo ai giovani di analizzare in modo riflessivo le fonti e di partecipare in modo informato al dibattito pubblico. Il sviluppo di competenze digitali come la valutazione critica e il discernimento etico diventa indispensabile affinché i cittadini possano analizzare attivamente le informazioni e evitare di cadere in bolle di contenuto che rinforzano pregiudizi preesistenti. Le dinamiche algoritmiche delle reti sociali non solo ostacolano il dialogo sociale, ma intensificano anche la polarizzazione , aumentando la sfiducia verso fonti che contraddicono le credenze personali.

I media tradizionali di fronte alla sfida

Frente a questo panorama, i media tradizionali hanno l’opportunità di rinnovarsi . Incorporare formati visivi , narrazioni brevi e strategie multiplatform può aiutare a catturare l’attenzione delle generazioni più giovani senza compromettere la qualità informativa . Tuttavia, questo sforzo deve essere accompagnato da strategie educative che insegnino agli utenti a verificare le informazioni, identificare i bias e partecipare in modo informato al dibattito pubblico . In questo senso, le competenze digitali definite nel Marco Comune Europeo di Competenze Digitali per la Cittadinanza , come la capacità di cercare , filtrare e valutare le informazioni, sono chiave per promuovere una partecipazione critica .

Verso una società informata e critica

Fornire ai giovani strumenti per navigare nel digitale è una responsabilità condivisa tra governi , educatori e media . È fondamentale dotare le nuove generazioni di competenze che permettano loro di affrontare le sfide dell’era digitale in modo critico e informato. Questo approccio non solo promuove una cittadinanza attiva , ma è anche essenziale per costruire una società informata e critica .

Responsabilità condivisa

La costruzione di una cittadinanza informata è un compito che richiede l’impegno di tutti gli attori sociali. I governi devono implementare politiche che favoriscano l’ alfabetizzazione mediatica , mentre gli educatori devono integrare queste competenze nei programmi scolastici. I media , da parte loro, devono rinnovarsi e adottare strategie che facilitino l’accesso a informazioni di qualità.

Strumenti per la navigazione digitale

Fornire ai giovani gli strumenti necessari per navigare nel mondo digitale implica anche insegnare loro a:

  1. Accedere a informazioni in modo critico.
  2. Valutare la qualità delle fonti.
  3. Utilizzare le informazioni in modo etico.

Queste competenze sono cruciali per evitare la disinformazione e per promuovere un uso responsabile dei social media .

Cittadinanza attiva

Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile sviluppare una società in grado di affrontare le sfide poste dalla disinformazione e dalle fake news . La responsabilità di formare cittadini critici e informati è un obiettivo che deve essere perseguito congiuntamente, garantendo così un futuro migliore per le nuove generazioni.

Fonte: TheConversationES

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