Dopo tre settimane di trattative diplomatiche, la giornalista Cecilia Sala è finalmente libera. Detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin, in Iran, Sala è decollata questa mattina dalla capitale iraniana e sta facendo ritorno in Italia.
Diplomazia e unità per un risultato storico
Antonio Tajani, vicepremier e responsabile della Farnesina , ha celebrato il successo dell’operazione su X (ex Twitter), affermando: ” Diplomazia e lavoro di squadra : Cecilia Sala sta tornando a casa!”. Messaggi di soddisfazione sono giunti anche dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale ha sottolineato il ruolo cruciale della Premier e dell’intero apparato istituzionale. La liberazione di Cecilia Sala è stata accolta con un lungo applauso nell’Aula del Senato . Mariolina Castellone, presidente di turno, ha annunciato la notizia con grande emozione : “Con grande gioia, comunico che la giornalista Cecilia Sala è stata liberata ed è in viaggio verso l’Italia”. La sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi ha evidenziato il merito della diplomazia italiana e della leadership di Giorgia Meloni nel risolvere questa delicata situazione.
Le emozioni dei familiari
I genitori di Cecilia Sala sono stati immediatamente informati della sua liberazione. Renato Sala , il padre, ha condiviso con l’ANSA l’intensità delle emozioni provate durante queste tre settimane di attesa: “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Confidavo nella forza di Cecilia”. Parlando del periodo di detenzione, ha descritto la situazione come “una partita a scacchi con troppi giocatori”, un’esperienza che ha creato apprensione ma anche fiducia nel lavoro delle istituzioni italiane.
Daniele Raineri , compagno della giornalista, ha confermato di aver parlato con Cecilia poco prima del decollo: “L’ho sentita. Mi ha detto: ci vediamo tra poco. Era emozionata e contentissima. Le ho risposto: ci vediamo a Roma”. La detenzione di Cecilia Sala aveva destato preoccupazione non solo in Italia ma anche a livello internazionale.
Il carcere di Evin , noto per le dure condizioni di detenzione, aveva amplificato il senso di urgenza per il rilascio della giornalista.
Fonte: Blasting News