In un contesto di crescente disoccupazione e crisi economica, le Cooperative di Attività e di Lavoro (CAE) in Francia si propongono come un’alternativa innovativa al tradizionale rapporto di lavoro. Queste cooperative, che uniscono le caratteristiche dell’imprenditorialità e del lavoro dipendente, offrono un modello ibrido che garantisce sicurezza sociale e autonomia ai lavoratori. Con circa 160 CAE attive nel paese e oltre 12.000 imprenditori associati, il fenomeno delle CAE sta guadagnando attenzione per la sua capacità di rispondere alle sfide contemporanee, promuovendo un’economia sociale e solidale. In questo articolo, esploreremo come le CAE stanno ridefinendo il concetto di lavoro e imprenditorialità, analizzando le opportunità e le sfide che affrontano nel loro percorso di crescita e integrazione sociale.
Le Cooperative d’Attività e di Impiego: Un Nuovo Modello di Lavoro
Nel contesto attuale di disoccupazione di massa e crisi multidimensionale, le Cooperative d’Attività e di Impiego (CAE) si propongono come un modello innovativo di lavoro, ancorato all’economia sociale e solidale. Queste cooperative offrono un’alternativa al tradizionale rapporto di lavoro, combinando l’imprenditorialità con la sicurezza del lavoro dipendente. Il statuto di imprenditore salariato associato (ESA) consente agli imprenditori di accedere a un contratto a tempo indeterminato, con una retribuzione calcolata sul fatturato, ma erogata come stipendio, tenendo conto delle contribuzioni sociali. Le CAE, emerse negli anni ’90, sono circa 160 in Francia e offrono il statuto sociale di dipendente a tempo indeterminato a lavoratori autonomi che possono gestire la propria attività imprenditoriale, fatturando a nome della cooperativa. Queste cooperative si caratterizzano per la loro diversità : possono avere da 5 a oltre 500 soci, essere specializzate in un settore o generaliste, e promuovere progetti condivisi.
- Autonomia dell’imprenditorialità
- Sicurezza del lavoro dipendente
- Condivisione delle funzioni di supporto A differenza del portage salarial, le CAE si distinguono per il loro progetto politico interno, caratterizzato da una governance partecipativa e democratica, dove il principio “una persona, una voce” sostituisce il principio capitalistico “una azione, una voce”. La traiettoria di un imprenditore in una CAE inizia senza la necessità di registrarsi come indipendente, passando attraverso una fase di test del progetto imprenditoriale tramite un contratto CAPE. Una volta stabilizzato il fatturato, la CAE offre la possibilità di diventare dipendente della struttura, con una retribuzione che copre le spese professionali e le contribuzioni. Dopo un massimo di tre anni, l’imprenditore può diventare socio della CAE, partecipando attivamente alle decisioni di gestione. Tuttavia, le CAE affrontano la sfida di trovare il loro pubblico. Nonostante il potenziale di combinare autonomia imprenditoriale e protezione sociale, non tutti gli imprenditori si sentono a proprio agio con il modello di impresa condivisa. Alcuni preferiscono il controllo totale della propria attività, mentre altri, attratti dalla mutualizzazione, possono sentirsi disorientati nel ruolo di imprenditori autonomi. Inoltre, alcune CAE di prima generazione rischiano di banalizzarsi, allontanandosi dalla loro vocazione politica e adottando logiche più commerciali. Per contrastare questo fenomeno, è fondamentale sviluppare all’interno delle CAE una “scuola della cooperazione” per socializzare i membri alla logica politica e garantire l’autenticità del progetto condiviso.
L’Integrazione tra Imprenditorialità e Salariato: Vantaggi e Sfide
L’integrazione tra imprenditorialità e salariato nelle Cooperative d’Attività e di Impiego (CAE) presenta sia vantaggi che sfide significative. Le CAE offrono un modello ibrido che combina l’autonomia dell’imprenditorialità con la sicurezza del lavoro dipendente , permettendo agli imprenditori di beneficiare di un contratto a tempo indeterminato e di una retribuzione calcolata sul fatturato. Questo approccio consente di ridurre i rischi associati all’avvio di un’attività imprenditoriale , fornendo al contempo accesso a vantaggi sociali tipici del lavoro salariato. Tuttavia, l’integrazione di questi due regimi non è priva di tensioni . Alcuni imprenditori possono sentirsi limitati dalla necessità di condividere il potere decisionale all’interno della cooperativa, preferendo un modello di lavoro più tradizionale dove hanno il controllo totale.
Le Tensioni tra Progetti Individuali e Collettivi nelle CAE
Nelle Cooperative d’Attività e di Impiego (CAE), emergono tensioni significative tra progetti individuali e collettivi . Da un lato, alcuni imprenditori possono sentirsi frenati dalla necessità di condividere il potere decisionale, preferendo un modello di lavoro tradizionale in cui sono gli unici a prendere decisioni. Dall’altro lato, ci sono imprenditori che, attratti dalla mutualizzazione e dal lavoro di squadra, possono sentirsi disorientati nel contesto di un’imprenditorialità autonoma. Questa dualità di esperienze porta a una diversità di aspettative all’interno delle CAE, dove alcuni soci cercano la coesione e il supporto di un gruppo, mentre altri desiderano mantenere il controllo totale sulla propria attività. Inoltre, le CAE di prima generazione sono particolarmente vulnerabili a un fenomeno di banalizzazione , allontanandosi dalla loro vocazione politica e adottando logiche più commerciali.