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Il rischio di un’era senza ricerca umanistica in NZ

L’annuncio del Ministro della Scienza, Judith Collins, di destinare metà dei fondi del Marsden Fund alla ricerca con benefici economici ha sollevato preoccupazioni significative riguardo al futuro delle scienze umane e sociali in Nuova Zelanda. Questo cambiamento radicale, che esclude esplicitamente le discipline umanistiche, potrebbe avere conseguenze devastanti per la ricerca fondamentale e per il panorama accademico del paese. In questo articolo, esploreremo le implicazioni di questa decisione, il valore intrinseco della ricerca umanistica e come la sua marginalizzazione possa minacciare non solo il progresso intellettuale, ma anche il tessuto sociale e culturale della società neozelandese. Analizzeremo anche le reazioni della comunità accademica e le possibili strade da percorrere per garantire un futuro equilibrato per tutte le discipline scientifiche.

Il cambiamento del Marsden Fund: Impatti sulla ricerca fondamentale in Nuova Zelanda

L’annuncio del Ministro della Scienza Judith Collins riguardo al cambiamento del Marsden Fund ha suscitato preoccupazioni significative nel panorama della ricerca fondamentale in Nuova Zelanda. La decisione di destinare metà dei fondi a ricerche con benefici economici, escludendo le scienze sociali e le scienze umane, rappresenta un cambiamento radicale rispetto agli obiettivi originali del fondo, che era stato concepito per supportare la ricerca pura, non applicata. Collins ha sottolineato l’importanza di investire in aree che possano garantire un ritorno economico, un approccio che ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità della ricerca fondamentale nel paese. Il Marsden Fund è stato istituito per promuovere la generazione di conoscenza nelle università e nei sistemi scientifici neozelandesi. Tuttavia, con l’ultima allocazione di fondi, solo il 10% delle domande ha ricevuto finanziamenti, evidenziando un tasso di successo molto basso.

Inoltre, la mancanza di un’altra fonte di finanziamento per le scienze umane e sociali potrebbe portare a un’ulteriore erosione di questi campi accademici, già minacciati da tagli e chiusure di dipartimenti nelle università. La situazione è aggravata dal fatto che il governo ha annunciato questi cambiamenti prima della revisione del sistema scientifico, il che potrebbe portare a conseguenze indesiderate e a una mancanza di coordinamento nelle politiche di ricerca. La riduzione dei fondi per le scienze umane e sociali non solo comprometterebbe la qualità della ricerca, ma potrebbe anche erodere il ruolo critico che queste discipline svolgono in una società libera, contribuendo al dibattito pubblico e alla riflessione critica.

Le preoccupazioni degli esperti: L’importanza della ricerca fondamentale per l’economia

La recente decisione di destinare metà dei fondi del Marsden Fund a ricerche con benefici economici ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti riguardo all’importanza della ricerca fondamentale per l’economia neozelandese. Cather Simpson, fisico dell’Università di Auckland, ha sottolineato che la ricerca fondamentale è essenziale per il successo economico a lungo termine , poiché è attraverso di essa che si generano nuove idee e talenti. La sua affermazione che la Nuova Zelanda ha già esaurito il suo ‘seme’ a causa di un’eccessiva enfasi sugli impatti economici a breve termine evidenzia l’urgenza di riconsiderare le priorità di finanziamento. La ricerca fondamentale, infatti, è il terreno fertile da cui nascono le innovazioni commerciali; senza di essa, il rischio è di compromettere la capacità del paese di generare proprietà intellettuale e di affrontare le sfide future. Inoltre, il cambiamento di focus del Marsden Fund verso scienze ‘core’ come fisica, chimica e ingegneria potrebbe escludere aree cruciali per la comprensione e l’analisi critica della società, come le scienze umane e sociali .

La definizione di ‘scienza core’: Focalizzazione su fisica, chimica e ingegneria

La recente decisione di Judith Collins di concentrare il Marsden Fund su scienze ‘core’ come fisica, chimica, matematica, ingegneria e scienze biomediche ha suscitato un acceso dibattito. Questa scelta implica un cambiamento significativo nella direzione della ricerca in Nuova Zelanda, escludendo le scienze umane e sociali , che non hanno altre fonti di finanziamento significative. Collins ha affermato che la nuova focalizzazione è necessaria per garantire un ritorno economico sugli investimenti, ma molti esperti avvertono che questo approccio potrebbe compromettere la ricerca fondamentale , che è essenziale per l’innovazione a lungo termine. Cather Simpson, fisico dell’Università di Auckland, ha sottolineato che la ricerca fondamentale è cruciale per generare nuove idee e talenti, affermando che la Nuova Zelanda ha già esaurito il suo ‘seme’ a causa di un’eccessiva enfasi sugli impatti economici a breve termine. La sua osservazione mette in evidenza il rischio di compromettere la capacità del paese di sviluppare proprietà intellettuale e affrontare le sfide future.

Le conseguenze per le scienze umane e sociali: Un settore a rischio

La recente decisione di Judith Collins di concentrare il Marsden Fund su scienze ‘core’ come fisica, chimica, matematica, ingegneria e scienze biomediche ha suscitato preoccupazioni significative riguardo alle conseguenze per le scienze umane e sociali . Queste discipline, che non hanno altre fonti di finanziamento significative, si trovano ora in una posizione vulnerabile. La mancanza di supporto per le scienze umane e sociali potrebbe portare a un’ulteriore erosione di questi campi accademici, già minacciati da tagli e chiusure di dipartimenti nelle università. La situazione è aggravata dal fatto che il governo ha annunciato questi cambiamenti prima della revisione del sistema scientifico, il che potrebbe portare a conseguenze indesiderate e a una mancanza di coordinamento nelle politiche di ricerca. La riduzione dei fondi per le scienze umane e sociali non solo comprometterebbe la qualità della ricerca, ma potrebbe anche erodere il ruolo critico che queste discipline svolgono in una società libera, contribuendo al dibattito pubblico e alla riflessione critica.

Le conseguenze per le scienze umane e sociali: Un settore a rischio Il rischio di un'era senza ricerca umanistica in NZ
Le conseguenze per le scienze umane e sociali Un settore a rischio Il rischio di unera senza ricerca umanistica in NZ

Il sistema di finanziamento della ricerca in Nuova Zelanda: Un modello costoso

La recente decisione di Judith Collins di ristrutturare il Marsden Fund ha sollevato interrogativi sul modello di finanziamento della ricerca in Nuova Zelanda, evidenziando come questo sistema possa risultare costoso e limitante per le scienze umane e sociali. Attualmente, il Marsden Fund è stato concepito per supportare la ricerca pura, ma con il nuovo orientamento verso scienze ‘core’ come fisica e ingegneria, si rischia di escludere completamente le scienze umane e sociali, che non hanno altre fonti di finanziamento significative. Questo cambiamento non solo compromette la sostenibilità di questi campi, ma mette anche in discussione l’intero sistema di ricerca neozelandese, che si basa su un modello di finanziamento completamente calcolato . In Nuova Zelanda, per ogni dollaro destinato ai salari dei ricercatori, le istituzioni universitarie ricevono un 115% in aggiunta, noto come “overheads”. Questi fondi sono essenziali per coprire le spese di gestione e supporto, come spazi per uffici e borse di studio per studenti.

Le modifiche al Marsden Fund sono state annunciate prima della revisione, il che potrebbe portare a conseguenze indesiderate e a una mancanza di coordinamento nelle politiche di ricerca. In sintesi, il sistema di finanziamento della ricerca in Nuova Zelanda, sebbene ben strutturato per alcune aree, mostra segni di fragilità e potrebbe non essere in grado di sostenere adeguatamente le scienze umane e sociali, che sono cruciali per il dibattito pubblico e la riflessione critica in una società libera.

Riflessioni sulla revisione del settore scientifico: Impatti delle modifiche unilaterali

L’annuncio del Ministro della Scienza Judith Collins ha sollevato interrogativi significativi riguardo agli impatti delle modifiche unilaterali nel settore scientifico neozelandese. La decisione di ristrutturare il Marsden Fund per concentrarsi su scienze ‘core’ come fisica, chimica e ingegneria, escludendo le scienze umane e sociali, rappresenta un cambiamento radicale che potrebbe avere conseguenze a lungo termine. Questo approccio, che privilegia la ricerca con un chiaro ritorno economico, ignora il valore intrinseco della ricerca fondamentale, che è spesso caratterizzata da incertezze e risultati imprevedibili. Cather Simpson, fisico dell’Università di Auckland, ha messo in evidenza che la ricerca fondamentale è essenziale per il successo economico a lungo termine . La sua affermazione che la Nuova Zelanda ha già esaurito il suo ‘seme’ a causa di un’eccessiva enfasi sugli impatti economici a breve termine sottolinea l’urgenza di riconsiderare le priorità di finanziamento.

La tendenza a ‘scegliere i vincitori’ nella ricerca, come evidenziato dagli esperti, potrebbe portare a una visione ristretta e limitata delle potenzialità della ricerca, ignorando il valore intrinseco della scoperta e dell’innovazione che spesso emergono da progetti di ricerca non orientati a risultati immediati. La proposta di ridurre il tasso di overhead sui finanziamenti per la ricerca è stata discussa come un modo per ottimizzare l’allocazione delle risorse, ma è fondamentale riconoscere che qualsiasi riduzione di questi fondi diretti alle università richiederebbe un aumento significativo del finanziamento per garantire che le istituzioni possano continuare a sostenere le scienze umane e sociali attraverso fondi di ricerca interni. In sintesi, il sistema di finanziamento della ricerca in Nuova Zelanda, sebbene ben strutturato per alcune aree, mostra segni di fragilità e potrebbe non essere in grado di sostenere adeguatamente le scienze umane e sociali, che sono cruciali per il dibattito pubblico e la riflessione critica in una società libera.

credits: TheConversationAU

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