Nella mattinata di ieri, su delega della Procura della Repubblica di Lecce, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito un sequestro preventivo di circa 12 milioni di euro contro le organizzazioni criminali locali.
Operazione contro il narcotraffico e il riciclaggio a Lecce
Nella mattinata di ieri, su delega della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo P.E.F. (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza , il Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e la Polizia di Stato – Squadra Mobile di Lecce hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per un ammontare di circa 12 milioni di euro . Questo provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce e riguarda i proventi dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti , trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti .
Operazione di servizio
L’operazione di servizio è la continuazione di quella conclusasi il 20 novembre scorso , durante la quale erano state eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare . Tra i destinatari vi erano anche alcuni esponenti della criminalità organizzata locale , già condannati per aver fatto parte di un’organizzazione di stampo mafioso, nota come Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino e con ramificazioni in diversi centri della provincia.
Misure custodiali e reato associativo
Il 21 dicembre 2024 , il Tribunale di Lecce – Sezione del Riesame ha confermato le misure custodiali in carcere e, a seguito di un appello formulato dalla Procura della Repubblica, ha riconosciuto la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso .
Indagini e associazioni criminali
Le indagini hanno portato alla luce l’esistenza di due associazioni radicate nei comuni di Lecce e nel basso Salento, guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. la prima e da C.G. e R.C. l’altra, tutti pregiudicati, dedite al traffico e commercio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
Dominio economico-finanziario
Il sodalizio criminale ha sviluppato un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti e un dominio economico-finanziario attraverso l’acquisizione di locali pubblici (pub e ristoranti) e alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino, con la collaborazione di un noto ex commercialista salentino, attualmente ristretto. Le cooperative risultavano formalmente affidate a soci o prestanome, ma in realtà erano asservite agli scopi del gruppo criminale per reinvestire denaro di provenienza illecita e garantire assunzioni e retribuzioni ai familiari degli associati.
Gestione delle finanze
Le cooperative ricevevano somme di denaro contante, versate sui conti correnti societari, utilizzate per pagare stipendi a familiari di detenuti o per il sostentamento di questi ultimi in carcere. Inoltre, somme di denaro venivano elargite ad altre imprese compiacenti, che acquistavano autovetture di lusso per i pregiudicati o i loro familiari.
Amministrazione degli interessi
Il professionista coinvolto nella misura restrittiva gestiva gli interessi economico-finanziari, trasferendo ingenti somme di denaro all’estero tramite bonifici da società cooperative compiacenti, eludendo le normali procedure di controllo in materia di antiriciclaggio .
Sequestro di beni
A seguito delle attività di carattere economico-patrimoniale, il provvedimento odierno ha portato al sequestro preventivo di beni, denaro, società e altre utilità di cui i soggetti indagati, molti dei quali tuttora ristretti, risultano avere la disponibilità, anche per interposta persona fisica o giuridica, con un valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ai fini delle imposte sul reddito.
Impatto dell’operazione
Le attività odierne infliggono un ulteriore duro colpo alle organizzazioni criminali colpite dalle ordinanze del novembre scorso, privandole delle risorse finanziarie ed economiche acquisite illecitamente. La polizia economico-finanziaria ha ricostruito il patrimonio di ciascun soggetto, dimostrando la sproporzione rispetto alle fonti di reddito dichiarate. Questo contesto investigativo si inserisce in un quadro più ampio di azioni della Procura della Repubblica di Lecce, in sinergia con la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e i Servizi Centrali, per contrastare la criminalità organizzata anche sotto il profilo economico-finanziario.
Dettagli sull’operazione e le indagini
Nella mattinata di ieri, su delega della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo P.E.F. (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza , il Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e la Polizia di Stato – Squadra Mobile di Lecce hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce . Questo provvedimento riguardava i proventi dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti , trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti .
Operazione di servizio
L’operazione di servizio è la continuazione di quella conclusasi il 20 novembre scorso , durante la quale erano state eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare . Tra i destinatari vi erano anche esponenti della criminalità organizzata locale , già condannati per aver fatto parte di un’organizzazione di stampo mafioso, nota come Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente attiva nel capoluogo salentino e con ramificazioni in diversi centri della provincia.
Misure custodiali e reato associativo
Il 21 dicembre 2024 , il Tribunale di Lecce – Sezione del Riesame ha confermato le misure custodiali in carcere e, a seguito di un appello della Procura della Repubblica, ha riconosciuto la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso .
Indagini e associazioni criminali
Le indagini hanno portato a un solido impianto indiziario riguardo l’esistenza e l’operatività di due associazioni radicate nei comuni di Lecce e nel basso Salento, guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. la prima, e da C.G. e R.C. l’altra, tutti pregiudicati, dedite al traffico e commercio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
Dominio economico-finanziario
Il sodalizio criminale ha sviluppato un’egemonia territoriale nel traffico di stupefacenti e un dominio economico-finanziario attraverso l’acquisizione di locali pubblici (pub e ristoranti) e alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino, con la collaborazione di un noto ex commercialista salentino, attualmente ristretto. Le cooperative, formalmente affidate a soci o prestanome, erano in realtà asservite agli scopi del gruppo criminale per reinvestire denaro di provenienza illecita e garantire assunzioni e retribuzioni ai familiari degli associati.
Gestione delle finanze
Le cooperative ricevevano somme di denaro contante, versate sui conti correnti societari, utilizzate per pagare stipendi a familiari di soggetti detenuti o per il loro sostentamento in carcere. Inoltre, somme di denaro venivano elargite ad altre “imprese” compiacenti, che acquistavano autovetture di lusso per i pregiudicati o i loro familiari.
Amministrazione degli interessi
Il professionista coinvolto nella misura restrittiva amministrava gli interessi economico-finanziari, trasferendo ingenti somme di denaro all’estero tramite bonifici da società cooperative compiacenti, eludendo le normali procedure di controllo in materia di antiriciclaggio .
Sequestro preventivo
A seguito delle attività di carattere economico-patrimoniale, il provvedimento odierno ha portato al sequestro preventivo di beni, denaro, società e altre utilità di cui i soggetti indagati, molti dei quali tuttora ristretti, risultano avere la disponibilità, anche per interposta persona fisica o giuridica, con un valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ai fini delle imposte sul reddito o alla propria attività economica.
Impatto dell’operazione
Le attività odierne infliggono un duro colpo alle organizzazioni criminali colpite dalle ordinanze del novembre scorso, privandole delle risorse finanziarie ed economiche acquisite illecitamente. La polizia economico-finanziaria ha ricostruito il patrimonio di ciascun soggetto, dimostrando la sproporzione rispetto alle fonti di reddito dichiarate. Questo contesto investigativo si inserisce in un quadro più ampio di azioni della Procura della Repubblica di Lecce, in sinergia con la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e i Servizi Centrali, per contrastare la criminalità organizzata anche sotto il profilo economico-finanziario.
Struttura delle associazioni criminali
Le indagini hanno rivelato l’esistenza di due associazioni criminali attive nei comuni di Lecce e nel basso Salento , guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. per la prima, e da C.G. e R.C. per la seconda, tutti con precedenti penali. Queste associazioni erano dedite al traffico e commercio di ingenti quantità di sostanze stupefacenti in modo strutturato e organizzato.
Egemonia Territoriale e Dominio Economico
Il sodalizio criminale ha sviluppato non solo un’ egemonia territoriale nel traffico di stupefacenti, ma anche un dominio economico-finanziario attraverso l’acquisizione di vari locali pubblici (pub e ristoranti) e alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino. Questo è avvenuto con la connivenza e la collaborazione di un noto ex commercialista salentino, attualmente in carcere. Le imprese, formalmente affidate a soci o prestanome, erano in realtà utilizzate per reinvestire denaro di provenienza illecita, anche all’estero, e per garantire assunzioni e retribuzioni ai familiari degli associati.
Finanziamento delle Attività Illegali
In particolare, le cooperative ricevevano somme di denaro contante, che venivano versate sui conti correnti societari per:
- Corrispondere stipendi (fino a 2.500 euro al mese) a mogli o parenti di soggetti detenuti.
- Sostenere i detenuti in carcere.
- Elargire somme a imprese compiacenti, che poi acquistavano autovetture di lusso per l’uso dei pregiudicati o dei loro familiari.
Il professionista coinvolto gestiva gli interessi economico-finanziari, trasferendo ingenti somme di denaro all’estero tramite bonifici da società cooperative compiacenti, eludendo le normali procedure di controllo in materia di antiriciclaggio .
Sequestro dei Beni
A seguito delle attività di indagine, sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni, denaro, società e altre utilità di cui i soggetti indagati, molti dei quali attualmente in carcere, risultano avere la disponibilità. Questi beni sono di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ai fini fiscali o alla propria attività economica.
Impatto dell’operazione sulle organizzazioni criminali
L’operazione ha inflitto un duro colpo alle organizzazioni criminali coinvolte, privandole delle risorse finanziarie e economiche acquisite illecitamente. Grazie alle attività di polizia economico-finanziaria, è stato possibile ricostruire il patrimonio di ciascun soggetto coinvolto, dimostrando la sproporzione rispetto alle fonti di reddito dichiarate.
Dettagli sull’operazione
In particolare, il provvedimento di sequestro ha riguardato beni, denaro, società e altre utilità di cui i soggetti indagati, molti dei quali attualmente ristretti, risultano avere la disponibilità. Questi beni sono di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ai fini delle imposte sul reddito o alla propria attività economica.
Impatto sulle associazioni criminali
Le attività odierne si inseriscono in un contesto più ampio di azioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce , in sinergia con la Guardia di Finanza , la Polizia di Stato e i Servizi Centrali di entrambe le forze di polizia. Queste azioni sono finalizzate al contrasto della criminalità organizzata , anche sotto il profilo economico-finanziario, per prevenire tentativi di inquinamento del tessuto sano imprenditoriale e dell’economia legale.