Un contribuente ha visto rifiutata la pensione di vecchiaia nonostante avesse 67 anni e 20 anni di contributi. Approfondiamo i motivi di questo rifiuto.
Pensione di vecchiaia: i motivi del recente rifiuto
Il rifiuto della pensione di vecchiaia per il contribuente è stato determinato da motivi di natura economica . Nonostante avesse 67 anni e 20 anni di contributi previdenziali, il futuro “pensionato” sperava di ottenere l’approvazione della sua richiesta dopo aver presentato la pratica e i relativi conteggi per la Gestione Separata dell’INPS. È importante chiarire che il contribuente rientra nella categoria del “ contributivo puro ”, che si applica ai lavoratori che hanno iniziato a maturare i contributi solo dopo il 1 gennaio 1996 . In questo contesto, non si deve considerare solo l’età anagrafica e quella contributiva, ma anche il valore dell’assegno , che deve essere almeno pari al minimo sociale , ovvero 538 euro . Queste problematiche possono sorgere a causa di una carriera lavorativa discontinua , come nel caso di chi ha lavorato a tempo parziale, o a causa di lunghi periodi di disoccupazione .
Il montante contributivo come ulteriore causa
Il problema del contribuente di cui si discute è legato al fatto che ha fatto ricorso al computo della Gestione Separata, nonostante non soddisfacesse i requisiti economici necessari. Questo è stato aggravato dall’ insufficiente montante contributivo , che ha ostacolato l’accesso alla pensione di vecchiaia .
Opzioni alternative per il pensionamento
Tuttavia, potrebbero esistere ulteriori forme di uscita di pensionamento che permetterebbero di far prevalere i contributi versati dal contribuente prima del 31 dicembre dell’anno 1995, consentendo di andare in quiescenza a condizioni differenti.