Con il recente rinnovo dei contratti verrà introdotta la fatidica settimana corta per le pubbliche amministrazioni, con una fase sperimentale.
Settimana corta pubbliche amministrazioni in fase sperimentale
Inizialmente, la settimana corta per le pubbliche amministrazioni sarà accettata soltanto “volontariamente” dai lavoratori che desiderano partecipare alla sperimentazione. Le parti coinvolte dovranno accettare delle condizioni specifiche a cui non sarà possibile sottrarsi.
Condizioni di Lavoro
- Il lavoratore in modalità “agile” deve garantire le tradizionali trentasei ore settimanali.
- Dovrà scegliere quale dei giorni lavorativi e “ridotti” dedicare più ore, ovvero 9 ore (inclusa la pausa).
- L’accordo rimodula sia i permessi che le ferie di diritto del lavoratore.
La settimana corta deve essere interpretata come uno strumento lavorativo che le P.A. possono concordare con il lavoratore, sempre che egli accetti, per lavorare quattro giorni anziché i consueti cinque o sei. Questo accordo può essere applicato esclusivamente a determinati settori , escludendo gli sportelli a servizio dei cittadini italiani.
Il dubbio dei sindacati
L’unica perplessità sollevata dai sindacati riguarda il fatto che i lavoratori dovranno impiegare in un giorno più di 9 ore di lavoro (considerando anche il tempo per la pausa pranzo), e la sostenibilità di tali ritmi nel medio e lungo termine. L’obiettivo rimane quello di conciliare il tempo libero e la vita dei lavoratori dipendenti , in particolare per il settore privato . Questa soluzione potrebbe risultare particolarmente utile per i lavoratori e per gli enti, poiché potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici legati a un minore consumo in bolletta. Inoltre, i nuovi contratti mirano a un incremento salariale , proponendo fino a 165 euro mensili garantiti per tredici mensilità .