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Il viaggio educativo: riflessioni sulla scuola italiana di Bucarest

La scuola italiana ‘Aldo Moro’ di Bucarest inizia l’anno scolastico con una riflessione ispirata a ‘Il Mago di Oz’.

L’inizio del viaggio educativo

Per che cosa vale la pena intraprendere un viaggio? Questa provocazione, ispirata dalla storia di Frank Baum, Il Mago di Oz , ha dato inizio al nuovo anno scolastico della scuola italiana Aldo Moro di Bucarest. È fondamentale non dare per scontato l’inizio, poiché in ogni inizio si cela lo sviluppo di un intero percorso, insieme alla possibilità di mantenere vivo il germe della promessa che ha consentito a ciascuno di intraprendere il viaggio. La storia della piccola Dorothy e di Toto , sollevati in volo da un violento tornado, ha stimolato domande che hanno animato il lavoro e i progetti nelle classi, dalla scuola primaria a quella superiore. L’incontro con le quattro Streghe , due buone e due cattive, che abitano il paese di Oz , si rivela decisivo: è necessario trovare il misterioso mago di Oz , l’unico in grado di aiutare Dorothy a tornare a casa. Mentre i protagonisti si impegnano nella ricerca, cresce il numero dei compagni che si uniscono alla loro avventura.

Emergono domande cruciali da rivolgere al Mago, pronto ad esaudire ogni desiderio:

  1. Qualcuno vorrebbe chiedere un cervello.
  2. Qualcuno un cuore.
  3. Altri il coraggio.

Così, nelle singole classi, si accendono e si intrecciano con fantasia molteplici attività. Ciò che inizialmente muoveva gli studenti e che si presumeva di scoprire, viene restituito nuovo con una sovrabbondanza del tutto imprevista. Aiutarsi a riconoscerla e a farla fruttare diventa parte imprescindibile di un affascinante percorso. La provocazione iniziale non si arresta, anzi si alimenta, donando a giovani e non più giovani un cuore stupito e un’insolita curiosità. Le tappe del cammino rilanciano le domande, e l’esperienza si rivela la vera protagonista di questa avventura.

Un ragazzetto confessa che, se all’inizio dell’anno desiderava essere promosso, ora desidera scoprire come si possa essere felici . Un altro esprime la speranza che i suoi genitori comincino a volersi bene, mentre chi è più battagliero chiede superpoteri per sconfiggere le guerre. Chi si affligge per il dolore altrui implora che i bambini del mondo non soffrano più. Si conferma così ciò che è stato ripetuto molte volte: non aspettatevi un miracolo, ma un cammino . Per tornare a casa, cara Dorothy, non serve la bacchetta magica, ma la pazienza di compiere tutti i passi che il tempo richiede.

La ricerca del Mago di Oz

La storia della piccola Dorothy e del suo cane Toto , trasportati in volo da un potente tornado , offre l’ispirazione per una riflessione profonda. I due giovani protagonisti si trovano nel fantastico paese di Oz , dove incontrano quattro Streghe : due buone e due cattive. Una delle streghe buone suggerisce di cercare il misterioso Mago di Oz , l’unico in grado di aiutare Dorothy a tornare a casa. Mentre Dorothy e Toto si impegnano nella loro ricerca, un numero crescente di compagni si unisce a loro. Durante il cammino, emergono domande cruciali da rivolgere al Mago, il quale è pronto ad esaudire ogni desiderio.

Le richieste variano:

  1. qualcuno desidera un cervello;
  2. qualcun altro un cuore;
  3. altri ancora chiedono coraggio.

Nelle classi, si accendono e si intrecciano con fantasia molteplici attività, dimostrando che ciò che inizialmente si cercava può rivelarsi in modi inaspettati. Riconoscere e far fruttare queste scoperte diventa parte integrante di un affascinante percorso educativo. La provocazione iniziale non si ferma, ma si alimenta, donando a giovani e adulti un cuore stupito e una curiosità insolita. Le tappe del cammino rilanciano le domande, e l’esperienza si rivela la vera protagonista di questa avventura. Un ragazzo, all’inizio desideroso di essere semplicemente promosso , ora aspira a scoprire come si possa essere felici .

Un altro esprime la speranza che i suoi genitori comincino a volersi bene, mentre chi è più battagliero chiede superpoteri per sconfiggere le guerre . Infine, chi si preoccupa del dolore altrui implora che i bambini del mondo non soffrano più. Si conferma così un insegnamento fondamentale: non aspettatevi un miracolo , ma un cammino . Per tornare a casa, cara Dorothy, non serve una bacchetta magica, ma la pazienza di compiere tutti i passi necessari.

Domande e desideri degli studenti

Le domande degli studenti si intrecciano con le attività scolastiche, rivelando desideri profondi. Durante il percorso educativo, i ragazzi si confrontano con interrogativi cruciali, ispirati dalla storia di Dorothy e del Mago di Oz . Mentre i protagonisti della storia si impegnano nella ricerca del Mago, simbolo di desideri e aspirazioni , anche gli studenti esprimono le loro richieste, che si manifestano in vari modi.

Desideri e Aspirazioni

Emergono, lungo il cammino, le domande cruciali da rivolgere al Mago, pronto ad esaudire ogni desiderio:

  1. Qualcuno vorrebbe chiedere un cervello.
  2. Qualcuno un cuore.
  3. Altri il coraggio.

Queste richieste si intrecciano con le attività scolastiche, stimolando la fantasia e la creatività degli studenti. Ciò che inizialmente li muove e che presumono di scoprire, viene restituito in modo nuovo, con una sovrabbondanza del tutto imprevista. Aiutarsi a riconoscerla e a farla fruttare diventa parte imprescindibile di un affascinante percorso.

Riflessioni Personali

La provocazione iniziale non si arresta, anzi si alimenta, donando a giovani e non più giovani un cuore stupito e un’insolita curiosità . Le tappe del cammino hanno rilanciato le domande e l’esperienza si rivela la vera protagonista di questa avventura. Un ragazzetto confessa con semplicità disarmante che, se all’inizio dell’anno desiderava innanzitutto essere promosso , ora invece desidera scoprire come si possa essere felici . Un altro studente esprime la segreta speranza che i suoi genitori comincino a volersi bene . Chi è più battagliero chiede superpoteri per sconfiggere le guerre, e chi si affligge del dolore altrui implora che i bambini del mondo non soffrano più.

Si conferma così ciò che tante volte ci è stato ripetuto: non aspettatevi un miracolo, ma un cammino . Per tornare a casa, non serve la bacchetta magica, ma la pazienza di compiere tutti i passi che il tempo richiede a ciascuno.

L’importanza dell’esperienza

L’esperienza educativa si rivela fondamentale per la crescita e la scoperta di sé . La provocazione iniziale, stimolata dalla storia di Frank Baum , non si arresta, ma si alimenta, donando a giovani e non più giovani un cuore stupito e un’insolita curiosità. Le tappe del cammino hanno rilanciato le domande ed è l’ esperienza a rivelarsi la vera protagonista di questa avventura. Un ragazzetto confessa con semplicità disarmante che, se all’inizio dell’anno desiderava innanzitutto essere promosso , ora invece desidera scoprire come si possa essere felici . Un altro mette a tema la segreta speranza che i suoi genitori comincino a volersi bene .

Chi è più battagliero chiede superpoteri per sconfiggere le guerre, e chi si affligge del dolore altrui implora che i bambini del mondo non soffrano più. Si conferma così ciò che tante volte ci è stato ripetuto: non aspettatevi un miracolo, ma un cammino . Per tornare a casa, cara Dorothy, non serve la bacchetta magica, ma la pazienza di compiere tutti i passi che il tempo, richiesto a ciascuno, esige. Quest’anno, all’Aldo Moro, ha preso avvio il liceo di Scienze applicate . È commovente accorgersi di quanto spesso le famiglie decidano di iscrivere alla nostra scuola i loro figli, forse per la stima che, più o meno consapevolmente, nutrono verso la proposta educativa che hanno intravisto. Nonostante a Bucarest esistano parecchi istituti in grado di curare con successo soprattutto le discipline scientifiche e la tecnologia, la scelta cade di frequente sulla scuola italiana.

Difficilmente sfugge, specie allo sguardo di certi genitori, la passione educativa che, al di là di limiti e incoerenze, anima certi professori. Uscite, incontri, gite, dialoghi, confronti a cuore aperto finiscono per lasciare una traccia indelebile anche nei più coriacei adolescenti di “ultima generazione”. Un primo aspetto particolarmente seguito è quello culturale . Diversamente da quanto accade in quella romena, la scuola italiana a Bucarest promuove frequentemente eventi connessi agli ambiti più stimolanti del ricco e variegato patrimonio dell’intellighenzia locale. Personalità di spicco che hanno influenzato e influenzano il panorama letterario, storico, della tradizione teatrale, cinematografica e musicale romene, trovano all’Aldo Moro uno spazio di intervento o di confronto finalizzato a educare i ragazzi a quel senso civico e a quella responsabilità cui ogni singolo cittadino è chiamato a fornire il proprio contributo.

Mi focalizzo, allora, sul secondo aspetto: quello che definirei più “esistenziale” . Senza maschere né timori, gli adulti affrontano nelle classi le problematiche più disparate: si chiede conto ai ragazzi del perché di certi comportamenti, non vengono ignorati atti di bullismo , si lascia spazio alla narrazione di singole esperienze provando insieme a reperirne il senso e la positività. Non si tratta mai, evidentemente, di “processi sommari” intentati dal tribunale dei professori per reprimere o punire. Si è orientati piuttosto a individuare il disagio , a identificarne le ragioni, a evidenziare il vuoto che alberga nel cuore di tanti e che spesso si traduce in violenza , in isolamento , in chiusura . È così che si tenta di tutelare i soggetti più fragili che non sempre dispongono di figure istituzionali di sostegno. A documentare la positività e l’efficacia di questi sforzi contribuiscono non poco gli ex alunni che, iniziato da poco il percorso universitario, di frequente tornano a scuola anche solo per salutare quanti hanno partecipato alla loro crescita e maturazione .

C’è forse qualcosa di più gratificante? Uno studente che, essendosi accorto di come gli sei stato padre e maestro , desidera raccontartelo e ringraziarti per avergli consentito di intravedere, sia pure per un breve tratto di strada, quanto la sua vita abbia un valore , innanzitutto ai tuoi occhi prima ancora che ai suoi.

Il liceo di Scienze applicate

C’è un’altra novità, quest’anno, all’Aldo Moro: ha preso l’avvio il liceo di Scienze applicate . È commovente accorgersi di quanto spesso le famiglie decidano di iscrivere alla nostra scuola i loro figli: forse per la stima che, più o meno consapevolmente, nutrono verso la proposta educativa che hanno intravisto. Nonostante a Bucarest esistano parecchi istituti in grado di curare con successo soprattutto le discipline scientifiche e la tecnologia , la scelta cade di frequente sulla scuola italiana. Difficilmente sfugge, specie allo sguardo di certi genitori, la passione educativa che, al di là di limiti e incoerenze, anima certi professori: uscite , incontri , gite , dialoghi , confronti a cuore aperto finiscono per lasciare una traccia indelebile anche nei più coriacei adolescenti di “ultima generazione”. Un primo aspetto particolarmente seguito è quello culturale . Diversamente da quanto accade in quella romena, la scuola italiana a Bucarest promuove frequentemente eventi connessi agli ambiti più stimolanti del ricco e variegato patrimonio dell’intellighenzia locale.

Personalità di spicco che hanno influenzato e influenzano il panorama letterario , storico , della tradizione teatrale , cinematografica e musicale romene, trovano all’”Aldo Moro” uno spazio di intervento o di confronto finalizzato a educare i ragazzi a quel senso civico e a quella responsabilità cui ogni singolo cittadino è chiamato a fornire il proprio contributo. Mi focalizzo, allora, sul secondo aspetto: quello che definirei più “ esistenziale ”. Senza maschere né timori, gli adulti affrontano nelle classi le problematiche più disparate: si chiede conto ai ragazzi del perché di certi comportamenti, non vengono ignorati atti di bullismo , si lascia spazio alla narrazione di singole esperienze provando insieme a reperirne il senso e la positività. Non si tratta mai, evidentemente, di “processi sommari” intentati dal tribunale dei professori per reprimere o punire. Si è orientati piuttosto a individuare il disagio , a identificarne le ragioni, a evidenziare il vuoto che alberga nel cuore di tanti e che spesso si traduce in violenza , in isolamento , in chiusura . È così che si tenta di tutelare i soggetti più fragili che non sempre dispongono di figure istituzionali di sostegno.

A documentare la positività e l’efficacia di questi sforzi contribuiscono non poco gli ex alunni che, iniziato da poco il percorso universitario, di frequente tornano a scuola anche solo per salutare quanti hanno partecipato alla loro crescita e maturazione . C’è forse qualcosa di più gratificante? Uno studente che, essendosi accorto di come gli sei stato padre e maestro , desidera raccontartelo e ringraziarti per avergli consentito di intravedere, sia pure per un breve tratto di strada, quanto la sua vita abbia un valore , innanzitutto ai tuoi occhi prima ancora che ai suoi.

Attività culturali e responsabilità civica

La scuola italiana ‘Aldo Moro’ di Bucarest si distingue per la sua forte attenzione verso le attività culturali e la responsabilità civica . A differenza di altre istituzioni, essa promuove frequentemente eventi che si collegano ai vari aspetti del ricco patrimonio culturale e intellettuale della Romania. Personalità di spicco, che hanno avuto un impatto significativo nel panorama letterario , storico , teatrale , cinematografico e musicale romeno, trovano spazio all’interno della scuola per interagire e confrontarsi con gli studenti. Questo approccio mira a educare i ragazzi al senso civico e alla responsabilità che ogni cittadino deve assumere nel contribuire attivamente alla società.

Il contesto storico

È importante notare come la Romania, un paese che ha vissuto un lungo periodo di sovranità comunista , stia ancora cercando di metabolizzare le conseguenze di quel regime. Le recenti vicende elettorali, che hanno acceso un dibattito acceso, evidenziano la confusione e la mancanza di riferimenti chiari nel discorso pubblico. In questo contesto, la scuola si impegna a non lasciare nulla al caso, incoraggiando gli studenti a non adottare un atteggiamento di indifferenza verso le questioni sociali.

Approccio esistenziale

Un altro aspetto fondamentale è l’approccio esistenziale che gli adulti adottano nelle classi. Le problematiche degli studenti vengono affrontate senza maschere né timori, con un focus su:

  1. L’analisi dei comportamenti problematici, come il bullismo.
  2. La narrazione delle esperienze personali, per cercare di trovare un senso e una positività in esse.
  3. L’identificazione del disagio e delle sue cause, per proteggere i soggetti più fragili.

Questo metodo non si traduce in processi sommari, ma in un tentativo di comprendere e supportare gli studenti, evidenziando il vuoto che spesso si traduce in violenza , isolamento e chiusura .

Il legame con gli ex alunni

A testimoniare l’efficacia di questi sforzi, ci sono gli ex alunni che, una volta avviati nel percorso universitario, tornano spesso a visitare la scuola. Questi incontri sono momenti di gratificazione, in cui gli studenti esprimono la loro gratitudine verso i professori che hanno avuto un ruolo fondamentale nella loro crescita e maturazione. La loro presenza è un chiaro segno di quanto il valore dell’educazione e del legame umano possa influenzare positivamente la vita di un giovane.

Affrontare le problematiche esistenziali

Gli adulti affrontano nelle classi le problematiche più disparate, senza maschere né timori. Si chiede conto ai ragazzi del perché di certi comportamenti e non vengono ignorati atti di bullismo . Si lascia spazio alla narrazione di singole esperienze, cercando di reperirne il senso e la positività . Non si tratta mai di “processi sommari” intentati dal tribunale dei professori per reprimere o punire, ma piuttosto di individuare il disagio , identificandone le ragioni e evidenziando il vuoto che alberga nel cuore di tanti, che spesso si traduce in violenza , isolamento e chiusura . Questo approccio mira a tutelare i soggetti più fragili , che non sempre dispongono di figure istituzionali di sostegno.

A documentare la positività e l’efficacia di questi sforzi contribuiscono non poco gli ex alunni , che, iniziato da poco il percorso universitario, tornano a scuola anche solo per salutare quanti hanno partecipato alla loro crescita e maturazione . C’è forse qualcosa di più gratificante? Uno studente che, accorgendosi di come gli sei stato padre e maestro , desidera raccontartelo e ringraziarti per avergli consentito di intravedere, sia pure per un breve tratto di strada, quanto la sua vita abbia un valore , innanzitutto ai tuoi occhi prima ancora che ai suoi.

Il valore del legame con gli ex alunni

Gli ex alunni della scuola italiana Aldo Moro di Bucarest tornano frequentemente a visitare l’istituto, esprimendo gratitudine verso i professori che hanno avuto un ruolo significativo nella loro crescita e maturazione. Questo legame è particolarmente toccante, poiché gli studenti, ora all’università, desiderano condividere le loro esperienze e ringraziare coloro che hanno contribuito a farli sentire valorizzati.

Il valore del riconoscimento

Un ex studente, rendendosi conto di quanto i suoi insegnanti siano stati per lui sia padri che maestri , sente il bisogno di raccontare la sua storia e di esprimere la sua riconoscenza. Questo gesto non solo dimostra l’impatto positivo che la scuola ha avuto sulla sua vita, ma sottolinea anche l’importanza del legame tra gli ex alunni e l’istituto.

Il significato del legame

La presenza degli ex alunni rappresenta un momento di grande soddisfazione per i docenti, che vedono riconosciuto il loro impegno e la loro dedizione. È un segno che il lavoro svolto in classe ha lasciato un segno profondo, contribuendo a formare individui consapevoli del proprio valore e del proprio percorso di vita.

Il ritorno a casa

Questo ritorno a scuola non è solo un gesto simbolico, ma un vero e proprio riconoscimento del valore dell’educazione ricevuta. Gli ex alunni, attraverso le loro visite, testimoniano l’importanza di un ambiente educativo che va oltre la semplice trasmissione di conoscenze, ma che si impegna a formare persone complete e responsabili.

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