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Trump e dazi: l’Europa pronta a rispondere alle minacce americane

Donald Trump è pronto a passare dalle parole ai fatti in tema di dazi, mirando a Cina e Ue dopo aver minacciato Canada e Messico.

La minaccia di Trump sui dazi e la risposta dell’Ue

Donald Trump è pronto a passare dalle parole ai fatti in tema di dazi . Dopo aver minacciato l’introduzione di nuove tariffe doganali nei confronti di Canada e Messico, ora ha messo nel mirino anche Cina e Unione Europea . Riguardo all’Europa, Trump ha sottolineato l’eccessivo sbilanciamento negli scambi commerciali, che genera per gli Stati Uniti un deficit di 350 miliardi di dollari . Il commissario europeo agli Affari economici, Valdis Dombrovskis , ha dichiarato che l’ Unione Europea è pronta a difendere i propri interessi e a rispondere in modo proporzionato alle minacce provenienti dalla Casa Bianca. Secondo Nicola Rossi , già Professore ordinario di Economia all’Università di Roma Tor Vergata, “è evidente che per l’Europa c’è un rischio e penso che l’unica maniera seria per affrontarlo sia a livello di Unione e non dei singoli Stati.

Credo anche che occorra farlo in termini molto schietti, senza timori reverenziali. Quello europeo è un grande mercato e gli americani ci penseranno due volte prima di negarselo”.

Possibili contro-dazi Ue sui prodotti americani

Si discute se l’ Ue debba predisporre dei contro-dazi da applicare ai prodotti americani . Nelle guerre tariffarie, è comune che una parte inizi senza considerare le conseguenze, portando a una risposta simile dall’altra parte, il che può causare un peggioramento della situazione economica per tutti. È quindi fondamentale avviare una trattativa prima di arrivare a tale punto, poiché ci sono argomenti validi per trovare una soluzione che minimizzi i danni potenziali.

Considerazioni sulla dipendenza energetica

Inoltre, Trump ha suggerito che se l’ Ue acquisterà più Gnl e petrolio dagli Stati Uniti , si potrà riequilibrare la situazione attuale degli scambi, che tende a favorire l’Europa. Tuttavia, è incerto quanto si possa effettivamente aumentare la produzione americana di materie prime energetiche, un fattore cruciale per determinare i prezzi a cui l’ Ue dovrebbe acquistarle. È importante considerare se, seguendo questa direzione, l’Europa non rischi di cadere in una nuova eccessiva dipendenza per gli approvvigionamenti energetici, simile a quella dalla Russia , che dovrebbe invece essere limitata.

Riequilibrio degli scambi energetici tra Ue e Stati Uniti

Donald Trump ha suggerito che se l’ Ue decidesse di acquistare una maggiore quantità di Gnl e petrolio dagli Stati Uniti , si potrebbe riequilibrare la situazione attuale degli scambi tra le due sponde dell’ Atlantico , che attualmente favorisce maggiormente l’Europa. Questo argomento è già oggetto di discussione, ma ci sono incertezze riguardo alla capacità di aumentare la produzione americana di materie prime energetiche, un fattore cruciale per determinare i prezzi a cui l’ Ue dovrebbe acquistarle. È importante considerare se, seguendo questa direzione, l’Europa non rischi di cadere in una nuova eccessiva dipendenza per gli approvvigionamenti energetici, simile a quella avuta con la Russia , che dovrebbe invece essere limitata.

Strategia energetica dell’Ue e dipendenza dalla Cina

Trump ha suggerito che se l’ Ue decidesse di acquistare una maggiore quantità di Gnl e petrolio dagli Stati Uniti , si potrebbe riequilibrare la situazione attuale degli scambi, che tende a favorire l’Europa. Questo argomento è già oggetto di discussione, ma ci sono dubbi sulla reale possibilità di aumentare la produzione americana di materie prime energetiche, un fattore cruciale per determinare i prezzi a cui l’ Ue dovrebbe acquistarle. È importante interrogarsi se, seguendo questa direzione, l’Europa non rischi di cadere in una nuova eccessiva dipendenza per gli approvvigionamenti energetici, simile a quella avuta con la Russia , che andrebbe invece limitata.

Rischi di dipendenza energetica

Inoltre, la strategia di medio termine presentata da Ursula von der Leyen prevede un mix di energia pulita derivante da rinnovabili e nucleare . Tuttavia, nel breve periodo, è indispensabile continuare a fare affidamento sulle fonti fossili . Ci vorrà tempo per disporre di nuova energia nucleare, e sarà fondamentale attrezzarsi fin da subito per questo obiettivo. Anche per garantire che le rinnovabili possano fornire quantità sufficienti di energia, indipendentemente dalle condizioni climatiche, saranno necessari innovazioni , investimenti e tempo.

Dipendenza dalla Cina

C’è anche il rischio di generare una nuova dipendenza, questa volta dalla Cina , che fornisce la maggior parte dei pannelli fotovoltaici , degli accumulatori e delle turbine eoliche utilizzate in Europa. Pertanto, è fondamentale procedere con cautela anche su questo fronte.

Interventi per ridurre i prezzi dell’elettricità in Italia

Non possiamo dimenticare la grande fiscalità presente nelle bollette italiane . Agire su questo fronte, visti i vincoli di bilancio che abbiamo, non è semplice. Tanto per cominciare, andrebbe disboscata la selva dei trattamenti di favore che caratterizzano ancora in misura significativa il nostro sistema fiscale. Inoltre, con ogni probabilità bisognerebbe prendere atto che esistono priorità del Paese diverse da quelle di 30 o 50 anni fa e che, conseguentemente, la struttura della spesa pubblica andrebbe rivista per tenere conto di questo diverso ordine di priorità.

Esempi di priorità cambiate

Credo che sarà inevitabile nei prossimi anni vedere un incremento della spesa per la difesa . Probabilmente sarà possibile farvi fronte solo in parte mediante il ricorso a debito comune europeo , mentre resterà a carico dello Stato. Questa priorità dovrà, quindi, sostituirne un’altra attuale, non aggiungersi alle altre, perché altrimenti non saremo in grado di sostenerle tutte.

Priorità cambiate nella spesa pubblica italiana

La spesa pubblica italiana deve essere riconsiderata alla luce delle nuove priorità del Paese. È necessario rivedere la struttura della spesa per tenere conto di un ordine di priorità diverso rispetto a quello di 30 o 50 anni fa.

Incremento della spesa per la difesa

È probabile che nei prossimi anni si assista a un incremento della spesa per la difesa . Questo aumento dovrà essere affrontato in parte attraverso il ricorso a debito comune europeo , mentre una parte resterà a carico dello Stato. È fondamentale che questa nuova priorità sostituisca un’altra attuale, piuttosto che aggiungersi alle spese esistenti, per evitare di sovraccaricare il bilancio pubblico.

La bussola della competitività di Ursula von der Leyen

La proposta di Ursula von der Leyen riguardo alla bussola della competitività si inserisce nel contesto del Rapporto Draghi , che offre una diagnosi appropriata, ma solleva dubbi sull’efficacia delle soluzioni proposte. È evidente che l’Europa deve comprendere che per competere seriamente con i suoi principali rivali, è necessaria una maggiore libertà di movimento per imprese e cittadini, superando l’attuale approccio che tende a regolare ogni fenomeno.

Necessità di ridurre la regolamentazione

Non basta semplicemente eliminare le regole; il problema risiede nella logica che guida gli atti della Commissione europea , che tende a perpetuarsi attraverso un sistema normativo. È fondamentale cambiare la mentalità della Commissione, trasformandola da un organo tecnico a un governo politico .

Difficoltà del cambiamento

Questo passaggio è complesso, poiché il Rapporto Draghi mette in luce i limiti istituzionali dell’Unione. Attualmente, manca una volontà comune europea necessaria per procedere nella giusta direzione. Senza questo cambiamento, sarà difficile restituire ai cittadini e alle imprese europee la libertà di sperimentare e tentare nuove strade , anche a costo di fallire.

Necessità di una riforma della Commissione europea

La necessità di una riforma della Commissione europea è evidente, poiché è fondamentale cambiare la logica che guida le sue decisioni. Attualmente, la Commissione opera come un organo essenzialmente tecnico, ma per affrontare le sfide attuali, dovrebbe trasformarsi in un Governo politico . Questo cambiamento è cruciale per restituire ai cittadini e alle imprese europee la libertà di provare, sperimentare e tentare nuove strade , anche a costo di qualche fallimento.

Limiti istituzionali

Il Rapporto Draghi mette in luce i limiti istituzionali dell’Unione Europea, ma il problema principale risiede nella logica che caratterizza l’attuale struttura. Senza una volontà comune europea , sarà difficile procedere nella giusta direzione. È necessario superare l’eccessiva regolamentazione che attualmente frena l’innovazione e la competitività.

Cambiare la mentalità

Occorre un cambiamento radicale nella mentalità della Commissione, che deve smettere di perpetuare se stessa attraverso un sistema di regole rigido. Solo così si potrà garantire un ambiente favorevole alla crescita e alla competitività, permettendo all’Europa di affrontare le sfide globali con maggiore efficacia.

Fonte: ilsussidiario

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