HomePoliticaL'Unione Europea e le sfide geopolitiche: un conflitto su due fronti

L’Unione Europea e le sfide geopolitiche: un conflitto su due fronti

L’Unione Europea si trova in una situazione critica, affrontando conflitti sia a Oriente che a Occidente, con implicazioni significative per la sua stabilità.

La posizione dell’Unione Europea tra conflitti

L’Unione Europea si trova attualmente in una posizione di debolezza mai sperimentata prima, a causa dei conflitti in corso sia a Oriente che a Occidente . Il conflitto in Ucraina , che dura da tre anni, ha portato a una rimodulazione delle forniture energetiche al Continente, complicando ulteriormente la situazione. In questo contesto, il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis , ha dichiarato che l’Europa è “pronta a rispondere ai dazi Usa”, un’affermazione che non offre rassicurazioni e sottolinea la precarietà della situazione economica. La dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal GNL statunitensi è diventata evidente, e le minacce di dazi da parte di Trump rappresentano una guerra commerciale che l’Unione non può permettersi. Inoltre, la situazione è aggravata da un lobbying che, anziché rappresentare gli interessi da governare, si trasforma in propaganda , complicando ulteriormente la situazione energetica.

La strategia green, avviata nel dicembre 2019, ha portato a costi insostenibili e a una rapida de-industrializzazione dell’Europa, evidenziando l’assenza di materie prime e risorse energetiche autonome. La continua insistenza su politiche green, in un contesto di conflitto commerciale con gli Stati Uniti, sembra destinata a generare disastri per l’Europa. È schizofrenico perseguire politiche di depressione industriale mentre si parla di difesa europea e di obiettivi di spesa militare. In sintesi, l’Unione Europea deve affrontare una scelta cruciale: continuare su questa strada o rivedere le proprie strategie in un contesto geopolitico in rapida evoluzione.

Le dichiarazioni di Dombrovskis e le preoccupazioni economiche

L’Unione Europea si trova attualmente in una situazione di grande vulnerabilità, con il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis , che ha affermato: “Pronti a rispondere ai dazi Usa” . Questa dichiarazione non è affatto rassicurante, poiché l’Europa è intrappolata tra due conflitti: quello in Ucraina, che dura da tre anni, e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. La guerra in Ucraina ha costretto l’Europa a rivedere le proprie forniture energetiche, portando a una posizione di debolezza senza precedenti. Dombrovskis ha messo in evidenza che, se non si aumenteranno le importazioni di petrolio e GNL dagli Stati Uniti, l’Europa rischia di affrontare dazi sulle proprie merci, in un contesto di guerra commerciale che non può permettersi.

Preoccupazioni economiche

La situazione economica dell’Unione è ulteriormente complicata dal fatto che l’Europa non dispone né di materie prime né di risorse energetiche autonome per sostenere una politica che sta portando a una rapida de-industrializzazione del continente. Inoltre, l’Europa ha perso la sua superiorità tecnologica in vari settori. Continuare su questa strada, specialmente in un contesto di conflitto commerciale con gli Stati Uniti, appare come una scelta destinata a portare a disastri per tutti.

Contraddizioni nelle politiche

È contraddittorio perseguire politiche di depressione industriale mentre si parla di difesa europea e di obiettivi di spesa militare del 5% all’anno. Ci si chiede come si possa finanziare tale spesa e a discapito di quali settori. Le parole di von der Leyen al WEF, in cui afferma che “l’accordo di Parigi continua ad essere la migliore speranza per tutta l’umanità” , sollevano interrogativi sulla strategia industriale dell’Europa. La strategia green degli ultimi cinque anni ha avuto un impatto significativo su tutti i settori produttivi, non solo sull’automotive, e ha portato a maggiori costi per i consumatori, rendendo la situazione insostenibile .

Il lobbying e la propaganda green in Europa

L’Unione Europea si trova in una situazione complessa, in cui il lobbying gioca un ruolo cruciale. Recentemente, è emerso che la UE ha finanziato lobby green per sostenere le riforme di Timmermans . Questo solleva interrogativi sulla natura del lobbying in Europa, che, sebbene sia un fenomeno noto, assume una connotazione preoccupante quando proviene da chi dovrebbe governare gli interessi collettivi. In questo contesto, il lobbying si trasforma in propaganda , distorcendo la realtà e complicando ulteriormente la situazione energetica del continente.

La rivoluzione green e le sue conseguenze

La rivoluzione green è iniziata nel dicembre 2019, ma eventi come la pandemia di Covid e il conflitto in Ucraina hanno messo a dura prova le politiche energetiche europee. La riconversione industriale dell’automotive, su cui si era puntato, ha mostrato segni di fallimento, con l’ elettrico che non ha raggiunto il successo sperato né in Europa né negli Stati Uniti. Inoltre, le auto elettriche provenienti dalla Cina sono ora disponibili a prezzi molto più competitivi rispetto a quelle europee. Nonostante la propaganda green , la realtà economica sta presentando il conto, evidenziando che questa rivoluzione non è sostenibile per l’Europa.

I limiti dell’Europa nella transizione green

L’Europa si trova in una posizione di svantaggio, priva delle materie prime necessarie e delle risorse energetiche autonome per sostenere una politica che sta portando a una rapida de-industrializzazione . Inoltre, l’Europa non ha più una superiorità tecnologica in questo settore. Continuare su questa strada, specialmente in un contesto di conflitto commerciale con gli Stati Uniti, appare come una scelta rischiosa e potenzialmente disastrosa.

Contraddizioni nelle politiche europee

È contraddittorio perseguire politiche di depressione industriale mentre si parla di una difesa europea e di obiettivi di spesa militare. Le dichiarazioni di von der Leyen sul mantenimento dell’accordo di Parigi come speranza per l’umanità sollevano dubbi sulla coerenza delle scelte strategiche in materia di politica industriale. La strategia green degli ultimi anni ha avuto impatti significativi anche sulle politiche agricole, con conseguenze sui costi e sull’approvvigionamento alimentare, dimostrando che non è sostenibile nel lungo termine.

Le conseguenze della strategia green

L’Unione Europea si trova a dover affrontare le conseguenze della sua strategia green , che ha portato a costi insostenibili e a una de-industrializzazione rapida del Continente. Questa strategia, avviata nel dicembre 2019, ha subito un forte impatto a causa della pandemia di Covid e del conflitto in Ucraina , che hanno complicato ulteriormente la situazione degli approvvigionamenti energetici.

Il fallimento della riconversione industriale

  1. La riconversione industriale dell’automotive, su cui si era puntato, è sostanzialmente fallita.
  2. L’elettrico non ha avuto il successo sperato né in Europa né negli USA.
  3. Le auto elettriche provenienti dalla Cina sono ora disponibili a costi molto inferiori rispetto a quelle europee.

Il costo della rivoluzione green

La propaganda green ha avuto un ruolo, ma la realtà sta presentando il conto. L’Europa non dispone né delle materie prime né delle risorse energetiche autonome necessarie per sostenere una politica che sta portando a una rapida de-industrializzazione. Inoltre, l’Europa ha perso la sua superiorità tecnologica in questo e in altri settori.

Politiche di depressione industriale

  1. È schizofrenico perseguire politiche di depressione industriale mentre si parla di difesa europea e di obiettivi di spesa militare del 5% all’anno.
  2. Ci si chiede come finanziare questa spesa e a discapito di quali settori.

Il futuro incerto

Continuare su questa strada, in un contesto di crescente difficoltà, sembra una scelta poco comprensibile. Gli investimenti nel Green non hanno dato un ritorno generalizzato, e la situazione attuale richiede una riflessione seria sulla direzione da prendere. La strategia green degli ultimi cinque anni non sembra sostenibile e potrebbe portare a disastri per l’Europa.

La frammentazione dell’Unione Europea

L’Unione Europea deve affrontare una situazione critica e tornare alla realtà, poiché non può gestire un conflitto asimmetrico su due fronti, a Oriente con la Cina e a Occidente con gli USA di Trump . La posizione attuale dell’Europa è caratterizzata da una debolezza mai vista prima, aggravata dalla guerra in Ucraina e dalle recenti dichiarazioni di Trump riguardo a nuove vie di comunicazione e produzione.

Posizione di Debolezza

  1. L’Europa è attualmente in una posizione di debolezza a causa dei conflitti in corso, con il conflitto ucraino che dura da tre anni e ha portato a una rimodulazione delle forniture energetiche al Continente.
  2. La dichiarazione di Dombrovskis che l’Europa è pronta a rispondere ai dazi americani non è rassicurante e indica la precarietà della situazione economica.
  3. L’Europa ora dipende dal petrolio e dal GNL provenienti dagli USA, e l’eventualità di dazi sulle merci europee rappresenta una guerra commerciale che l’Europa non può permettersi.

Lobbying e Propaganda

  1. È emerso che la UE ha pagato per il lobbying green per sostenere le riforme di Timmermans, evidenziando come il lobbying possa trasformarsi in propaganda quando proviene da chi dovrebbe governare gli interessi.
  2. La rivoluzione green, iniziata nel dicembre 2019, ha subito un impatto significativo a causa del Covid e del conflitto in Ucraina, portando a una de-industrializzazione rapida dell’Europa.
  3. L’Europa non ha le materie prime né le risorse energetiche autonome per sostenere una politica che sta portando a costi insostenibili.
Strategia Green e Conseguenze
  1. La strategia green ha comportato un aumento dei costi per i consumatori e ha dimostrato di non essere sostenibile, portando a un rimodellamento delle politiche agricole e a maggiori costi di approvvigionamento alimentare.
  2. La continua insistenza su politiche green, in un contesto di crescente difficoltà economica, sembra andare contro la realtà e potrebbe portare a disastri per l’Europa.
  3. La Commissione von der Leyen sta affrontando una situazione di spaccatura politica tra UE e USA, simile a quella vissuta tra il 2016 e il 2020, ma con condizioni molto diverse.

Processi di Ridefinizione

  1. La situazione attuale è caratterizzata da paurosi processi di ridefinizione delle sfere di influenza tra le grandi potenze mondiali, con l’America che si sta riposizionando.
  2. La frammentazione dell’Unione Europea è evidente, e la necessità di decisioni audaci è diventata imperativa per affrontare le sfide globali in evoluzione.

Il futuro dell’Europa e le sfide globali

L’Unione Europea deve affrontare una realtà complessa e urgente, poiché non può permettersi di gestire un conflitto asimmetrico su due fronti, a Oriente con la Cina e a Occidente con gli USA di Trump . La situazione attuale è caratterizzata da “paurosi processi di ridefinizione in corso”, in cui il conflitto in Ucraina ha già avuto un impatto significativo sulle forniture energetiche del continente, lasciando l’Europa in una posizione di debolezza senza precedenti.

Posizione di Debolezza

  1. Il conflitto ucraino dura da tre anni e ha portato a una rimodulazione delle forniture energetiche.
  2. L’Europa si trova in una posizione di debolezza mai sperimentata prima, con la necessità di rispondere ai dazi imposti dagli USA.
  3. La guerra commerciale in corso è una sfida che l’Europa non può permettersi.

Strategia Green e Conseguenze

La strategia green, avviata nel dicembre 2019, ha portato a costi insostenibili e a una rapida de-industrializzazione dell’Europa. Nonostante gli sforzi per promuovere politiche ecologiche, l’Europa non dispone delle materie prime necessarie per sostenere questa transizione. La mancanza di risorse energetiche autonome e la perdita di superiorità tecnologica rendono difficile continuare su questa strada, specialmente in un contesto di conflitto commerciale con gli USA.

Contraddizioni nelle Politiche
  1. È schizofrenico perseguire politiche di depressione industriale mentre si parla di difesa europea e di obiettivi di spesa militare.
  2. Le parole di von der Leyen sul mantenimento dell’accordo di Parigi sembrano contraddire le necessità economiche attuali.
  3. La strategia green ha comportato un aumento dei costi per i consumatori e ha dimostrato di non essere sostenibile.

Scenari Futuri

L’Europa si trova a un bivio, con la necessità di prendere decisioni audaci per affrontare le sfide globali. La Commissione Europea, pur avendo un certo margine di manovra, non può agire senza il consenso dei governi nazionali. La situazione esterna continua a evolversi, lasciando l’UE a riflettere su come affrontare le difficoltà crescenti e le tensioni interne. La mancanza di investimenti e la frammentazione politica potrebbero portare a un disfacimento istituzionale, rendendo necessaria una riflessione profonda sulla direzione futura dell’Unione.

Fonte: ilsussidiario

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