L’Australia e le nazioni del Pacifico avevano sperato di uscire dai colloqui globali sul clima di quest’anno in Azerbaigian con la vittoria della candidatura per ospitare il vertice del 2026. Tuttavia, la decisione su chi ospiterà la 31ª ‘conferenza delle parti’ (COP31) è stata rinviata a giugno del prossimo anno, dopo le prossime elezioni federali australiane. La Turchia, l’unico altro paese in lizza per ospitare la COP31, ha resistito agli sforzi di lobbying per persuaderla a ritirarsi. Il ritardo di sette mesi rischia di compromettere l’ambizione del vertice del 2026, poiché è necessario tempo per costruire un consenso per iniziative globali. È essenziale un adeguato periodo di preparazione per sviluppare un’agenda d’azione ambiziosa. Decine di migliaia di partecipanti potrebbero essere attesi per due settimane di negoziati, con eventi satellite organizzati in tutta la nazione e nel Pacifico. La candidatura congiunta Australia-Pacifico ha ricevuto più supporto rispetto alla Turchia. Pertanto, piuttosto che aspettare altri sette mesi, ecco perché è nel nostro interesse comune procedere con la pianificazione per il 2026.
Australia e Pacifico: la sfida per ospitare COP31 nel 2026
L’Australia e le nazioni del Pacifico avevano sperato di uscire dai colloqui globali sul clima di quest’anno in Azerbaigian con la vittoria della candidatura per ospitare il vertice del 2026. Tuttavia, la decisione su chi ospiterà la 31ª “conferenza delle parti” (COP31) è stata rinviata a giugno del prossimo anno, dopo le elezioni federali australiane. La Turchia, l’unico altro paese in lizza per ospitare COP31, ha resistito agli sforzi di lobbying per convincerla a ritirarsi. Il ritardo di sette mesi rischia di portare a un vertice meno ambizioso nel 2026, poiché è necessario tempo per costruire un consenso per iniziative globali. Si prevede la partecipazione di decine di migliaia di partecipanti per due settimane di negoziati, con eventi satellite in tutta la nazione e nel Pacifico.
Piuttosto che aspettare altri sette mesi, ecco perché è nel nostro interesse comune procedere con la pianificazione per il 2026. Il ministro del clima australiano Chris Bowen ha svolto un ruolo cruciale nei negoziati di quest’anno a Baku, Azerbaigian. Soprannominato il “COP della Finanza”, i colloqui di COP29 si sono concentrati sul fornire fondi necessari per aiutare le nazioni più povere ad affrontare la crisi climatica. Bowen si è offerto di lavorare con il suo omologo egiziano Yasmine Fouad per trovare un punto d’incontro per un nuovo consenso globale sul finanziamento climatico. Questo è stato un lavoro difficile e importante.
Le reazioni ai risultati di COP29 sul finanziamento suggeriscono che le nazioni ricche dovranno impegnarsi a fornire più fondi per aiutare i paesi vulnerabili a pagare i costi elevati derivanti dal cambiamento climatico. Partecipando attivamente alle discussioni, Bowen si è effettivamente candidato per il ruolo di presidente dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite nel 2026 (se sarà ancora al governo quando l’Australia ospiterà COP31). Ma i suoi sforzi non sono ancora stati ricompensati. I diritti di ospitalità sono condivisi tra cinque gruppi di paesi delle Nazioni Unite su base rotazionale. La decisione finale viene presa per consenso.
La candidatura dell’Australia è stata sostenuta da altre nazioni del gruppo, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada e Nuova Zelanda. Ma anche la Turchia ha presentato una candidatura seria. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha partecipato a COP29 per raccogliere supporto affinché la Turchia ospiti i colloqui. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha incontrato Erdoğan al vertice del G20 della scorsa settimana a Rio De Janeiro, mentre Bowen ha fatto una corsa dell’ultimo minuto nella capitale turca Ankara per incoraggiare la Turchia a ritirarsi, senza successo. La partnership con i paesi delle isole del Pacifico potrebbe alla fine portare la candidatura dell’Australia al successo.
Il vertice potrebbe aiutare a spianare la strada al successo economico dell’Australia in un mondo che si sta rapidamente spostando dai combustibili fossili all’energia pulita. Sarebbe anche un’opportunità per garantire il nostro posto nel Pacifico in un momento di crescente rivalità strategica. Ospitare i colloqui sul clima delle Nazioni Unite è anche un’opportunità per rafforzare l’azione climatica in un momento in cui la cooperazione globale è sotto pressione. Come potenza media, l’Australia non sarà mai in grado di dominare la scena internazionale e ha un interesse nazionale predominante in un ordine globale basato su regole. Questo vale anche per le regole e gli accordi su commercio, sicurezza e clima.
Diverse città australiane si sono candidate per ospitare il vertice COP31, tra cui Brisbane, Sydney e Perth. Ma Adelaide ha un caso particolarmente forte. Il premier del Sud Australia, Peter Malinauskus, si è unito a Bowen a Baku per promuovere le credenziali dello stato, incluso l’obiettivo di essere alimentato al 100% da energie rinnovabili entro il 2027. Il Sud Australia utilizzerebbe COP31 per cercare di attrarre investimenti e far crescere le esportazioni di energia pulita, con un focus sull’utilizzo di energia eolica e solare per produrre idrogeno verde, ferro verde e acciaio verde presso gli stabilimenti siderurgici di Whyalla. La produzione tradizionale di acciaio è molto inquinante e responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Il valore potenziale delle esportazioni di ferro verde è stimato in 295 miliardi di dollari all’anno, ovvero tre volte il valore attuale delle esportazioni di minerale di ferro. Ci sono crescenti preoccupazioni che i colloqui sul clima delle Nazioni Unite non stiano portando ad azioni ambiziose per allontanarsi dai combustibili fossili. L’attivista climatica Greta Thunberg descrive i colloqui come “bla bla bla” – mentre il mondo brucia. Erodendo ulteriormente la fiducia, i colloqui sono stati ospitati da una successione di stati petroliferi che sono grandi esportatori di petrolio e gas (Egitto nel 2022, Emirati Arabi Uniti nel 2023 e Azerbaigian nel 2024). Oggi, l’Australia rimane uno dei maggiori esportatori mondiali di carbone e gas.
Prima di COP31, ci si aspetterebbe che l’Australia sviluppi e condivida un piano per eliminare gradualmente la produzione di combustibili fossili. Queste aspettative verrebbero da vicino. L’inviato climatico di Vanuatu, Ralph Regenvanu, ha detto la scorsa settimana che l’Australia non sta agendo in buona fede promuovendo le credenziali climatiche mentre continua ad approvare nuovi progetti di carbone e gas. Vanuatu e altri nove paesi del Pacifico sono tra un gruppo di nazioni che chiedono un trattato globale per gestire l’eliminazione graduale della produzione di combustibili fossili. L’Australia sarà tenuta a fissare un obiettivo ambizioso per ridurre le emissioni nel prossimo decennio.
Decisione rinviata: chi ospiterà COP31 sarà deciso nel 2024
La decisione su chi ospiterà la COP31 è stata rinviata a giugno del prossimo anno, dopo le elezioni federali australiane. L’Australia e le nazioni del Pacifico avevano sperato di ottenere il diritto di ospitare il vertice del 2026 durante i colloqui sul clima di quest’anno in Azerbaigian. Tuttavia, la decisione è stata posticipata, lasciando in sospeso la competizione con la Turchia, l’unico altro paese in lizza. Questo ritardo di sette mesi potrebbe compromettere l’ambizione del vertice del 2026, poiché è necessario tempo per costruire un consenso su iniziative globali. Un periodo di preparazione adeguato è essenziale per sviluppare un’agenda d’azione ambiziosa.
La candidatura congiunta Australia-Pacifico ha ricevuto più supporto rispetto alla Turchia. Pertanto, piuttosto che aspettare altri sette mesi, è nel nostro interesse comune iniziare a pianificare per il 2026. Il ministro del clima australiano Chris Bowen ha svolto un ruolo cruciale nei negoziati di quest’anno a Baku, Azerbaigian. Soprannominato il “COP della Finanza”, i colloqui della COP29 si sono concentrati sul fornire fondi necessari per aiutare le nazioni più povere ad affrontare la crisi climatica. Bowen ha collaborato con il suo omologo egiziano Yasmine Fouad per trovare un punto d’incontro su un nuovo consenso globale sul finanziamento climatico.
Turchia e Australia: la competizione per il summit climatico
La competizione tra Turchia e Australia per ospitare il summit climatico COP31 nel 2026 è intensa e strategica. Entrambi i paesi hanno presentato candidature serie, con l’Australia che ha ricevuto un ampio sostegno da parte di nazioni come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada e Nuova Zelanda. Tuttavia, la Turchia ha messo in campo un’offerta altrettanto forte, con il presidente Recep Tayyip Erdoğan che ha partecipato al COP29 per raccogliere supporto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha incontrato Erdoğan al vertice del G20 a Rio De Janeiro, mentre il ministro del clima Chris Bowen si è recato ad Ankara per incoraggiare la Turchia a ritirarsi, senza successo. La partnership dell’Australia con i paesi insulari del Pacifico potrebbe essere decisiva, poiché queste nazioni sono state leader nella lotta contro la crisi climatica per decenni.
Ospitare il summit rappresenta un’opportunità per l’Australia di rafforzare la sua posizione economica in un mondo che si sta rapidamente spostando verso l’energia pulita. Inoltre, è un’occasione per promuovere l’azione climatica in un periodo di crescente rivalità strategica. Diverse città australiane, tra cui Brisbane, Sydney e Perth, hanno manifestato interesse a ospitare il COP31, ma Adelaide ha presentato un caso particolarmente forte. Il premier del Sud Australia, Peter Malinauskus, ha accompagnato Bowen a Baku per promuovere le credenziali dello stato, che mira a essere alimentato al 100% da energie rinnovabili entro il 2027. Il Sud Australia intende utilizzare il COP31 per attrarre investimenti e far crescere le esportazioni di energia pulita, concentrandosi sulla produzione di idrogeno verde, ferro verde e acciaio verde presso gli stabilimenti siderurgici di Whyalla.
Il ruolo cruciale dell’Australia nei negoziati sul clima
Durante i negoziati sul clima a Baku, il ministro australiano Chris Bowen ha svolto un ruolo fondamentale. Ha collaborato con la sua controparte egiziana, Yasmine Fouad, per trovare un consenso globale sul finanziamento climatico. Questo impegno è stato cruciale per costruire fiducia tra le nazioni. Il finanziamento climatico rappresenta un accordo centrale nella cooperazione internazionale sul clima. Le reazioni ai risultati del COP29 suggeriscono che le nazioni ricche dovranno impegnarsi a fornire più fondi.
La sua partecipazione attiva potrebbe influenzare la decisione di ospitare il COP31. L’Australia, con il supporto delle nazioni del Pacifico, ha una forte candidatura. La collaborazione con i paesi del Pacifico rafforza la posizione morale dell’Australia. Questi paesi sono stati leader nella lotta contro la crisi climatica. La loro autorità morale è essenziale in questo momento critico.
La candidatura per ospitare il COP31 è un’opportunità per rafforzare la diplomazia climatica. L’Australia deve prepararsi a presentare un piano per ridurre la produzione di combustibili fossili. Le aspettative internazionali richiedono un impegno concreto verso la transizione energetica. La partecipazione attiva nei negoziati sul clima è essenziale per il successo futuro. L’Australia deve continuare a lavorare per costruire consenso e fiducia a livello globale.
Opportunità economiche e strategiche per l’Australia
Ospitare la COP31 rappresenta un’opportunità significativa per l’Australia di rafforzare la sua posizione economica e strategica nella regione del Pacifico. La transizione globale verso l’energia pulita offre all’Australia la possibilità di diventare un leader nell’esportazione di energia rinnovabile. Le città australiane, come Adelaide, stanno già pianificando di attrarre investimenti nel settore delle energie rinnovabili. L’obiettivo di Adelaide di essere alimentata al 100% da energie rinnovabili entro il 2027 è un esempio di impegno verso un futuro sostenibile. La produzione di idrogeno verde, ferro verde e acciaio verde potrebbe trasformare l’industria siderurgica australiana, riducendo le emissioni di carbonio.
Il valore delle esportazioni di ferro verde potrebbe triplicare rispetto al valore attuale delle esportazioni di minerale di ferro. La COP31 potrebbe anche rafforzare la posizione dell’Australia nel Pacifico, in un momento di crescente rivalità strategica. La cooperazione con le nazioni insulari del Pacifico è cruciale per affrontare la crisi climatica globale. L’Australia deve dimostrare il suo impegno verso la riduzione delle emissioni e la transizione energetica. Le aspettative internazionali richiedono che l’Australia sviluppi un piano per eliminare gradualmente la produzione di combustibili fossili.
La partecipazione attiva dell’Australia nei negoziati climatici può rafforzare la fiducia internazionale. La collaborazione con i paesi del Pacifico può portare a soluzioni innovative per la crisi climatica. L’Australia deve prepararsi a stabilire obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni entro il 2035. La COP31 potrebbe essere un catalizzatore per il cambiamento economico e ambientale in Australia. La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è essenziale per il futuro del paese.
Sfide e aspettative per l’Australia come potenziale ospite
Sfide e aspettative per l’Australia come potenziale ospite L’Australia e le nazioni del Pacifico speravano di ottenere il diritto di ospitare la COP31 nel 2026, ma la decisione è stata rinviata a giugno del prossimo anno. La Turchia, l’unico altro paese in lizza, ha resistito alle pressioni per ritirarsi. Questo ritardo di sette mesi potrebbe compromettere l’ambizione del vertice del 2026, poiché è necessario tempo per costruire un consenso su iniziative globali. Decine di migliaia di partecipanti sono attesi per due settimane di negoziati, con eventi satellite in tutta la nazione e il Pacifico. La candidatura congiunta Australia-Pacifico ha ricevuto più supporto rispetto alla Turchia.
Bowen ha collaborato con il suo omologo egiziano per trovare un consenso globale sul finanziamento climatico. Questo lavoro è stato difficile ma importante, poiché il finanziamento climatico è fondamentale per la cooperazione internazionale sul clima. L’Australia ha un interesse nazionale predominante in un ordine globale basato su regole. Diverse città australiane, tra cui Brisbane, Sydney e Perth, hanno manifestato interesse a ospitare il vertice COP31. Adelaide ha presentato una candidatura particolarmente forte, con l’obiettivo di essere alimentata al 100% da energie rinnovabili entro il 2027.