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Liberazione di Cecilia Sala: la trattativa tra Italia, Iran e Stati Uniti

La trattativa con l’Iran e gli Stati Uniti che ha portato alla scarcerazione della giornalista italiana Cecilia Sala si è sbloccata dopo la visita-lampo a sorpresa della premier Giorgia Meloni a Mar-a-Lago.

Dettagli sulla liberazione di Cecilia Sala

La liberazione di Cecilia Sala è avvenuta dopo ventuno giorni di detenzione nel carcere iraniano di Evin . La trattativa con l’ Iran e gli Stati Uniti si è sbloccata grazie alla visita a sorpresa della premier Giorgia Meloni a Mar-a-Lago , dove ha ottenuto il via libera alla non-estradizione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi , arrestato su richiesta di Washington.

Dettagli della liberazione

  1. La liberazione di Cecilia Sala è stata inaspettata e ha avuto luogo il 8 gennaio.
  2. La premier Meloni ha svolto un ruolo cruciale nella trattativa, che ha visto un cambio di approccio da parte di Teheran il 2 gennaio.
  3. I negoziati sono stati gestiti da Palazzo Chigi in collaborazione con l’Aise, l’Agenzia italiana dei servizi segreti esteri.
  4. La svolta nei negoziati è stata facilitata da due agenti dell’intelligence, uno iraniano e uno italiano, che si conoscono e si rispettano.
  5. Meloni ha organizzato rapidamente il viaggio in Florida per ottenere l’assicurazione da Trump riguardo alla non-estradizione di Abedini.
  6. La decisione italiana sulla non-estradizione deve arrivare entro un arco temporale di otto giorni, tra il 12 e il 19 gennaio.
  7. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che la situazione di Abedini deve essere studiata nella sua complessità, indipendentemente dalla liberazione di Sala.
  8. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha confermato che la decisione sulla liberazione di Sala è stata esclusivamente del Governo italiano.
source:tpi - Dettagli sulla liberazione di Cecilia Sala - Cecilia Sala e Elon Musk
sourcetpi Dettagli sulla liberazione di Cecilia Sala Cecilia Sala e Elon Musk

I negoziati tra Italia e Iran

I negoziati con il regime degli ayatollah sono stati gestiti direttamente da Palazzo Chigi in tandem con l’ Aise , l’Agenzia italiana dei servizi segreti esteri. Secondo quanto riferito da una fonte che ha seguito le trattative, il giorno cruciale per la soluzione del caso è stato il 2 gennaio , quando, dopo quindici giorni di tentativi inefficaci, Teheran ha accettato una interlocuzione meno intransigente e più morbida, governata non più dai rigidi pasdaran ma da apparati legati alla politica. La svolta sarebbe arrivata in particolare grazie a due agenti dell’ intelligence , uno iraniano e uno italiano, che “si conoscono personalmente e si rispettano”. L’italiano sarebbe colui che nel 2022 gestì il rilascio di Alessia Piperno , la viaggiatrice-blogger italiana rimasta in cella a Evin per 45 giorni . A quel punto, Meloni ha colto l’occasione e organizzato in tempi strettissimi il blitz in Florida , dove è riuscita a ottenere da Trump l’assicurazione rispetto a una “non-conflittualità” sulla vicenda di Abedini .

Ma a una condizione, relativa alle tempistiche: il no dell’Italia all’ estradizione negli Stati Uniti dell’ingegnere iraniano esperto di droni dovrà arrivare entro un arco temporale di otto giorni , non prima del 12 gennaio e non dopo il 19 gennaio . Il 12 gennaio , infatti, sarebbe dovuta terminare la visita di quattro giorni nel nostro Paese del presidente uscente degli Usa Joe Biden . Negare l’estradizione di Abedini mentre Biden si trova in Italia avrebbe rappresentato per Washington un affronto insopportabile. D’altro canto, il 20 gennaio è in programma l’insediamento di Trump alla Casa Bianca e il tycoon non può permettersi di iniziare il suo secondo mandato da presidente con una (anche solo apparente) concessione all’ Iran . Con ogni probabilità, quindi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio firmerà la non-estradizione di Abedini dopo la sentenza del 15 gennaio della Corte d’Appello di Milano sulla concessione degli arresti domiciliari all’ingegnere.

Dietro la liberazione di Cecilia Sala , insomma, come confermato oggi Meloni nella conferenza stampa di inizio anno, “c’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa “. Rispetto alla vicenda Abedini , la premier si è limitata a dire che “il caso è al vaglio tecnico e politico del Ministero della Giustizia” ma, ha aggiunto, si tratta di una “vicenda che bisogna continuare a discutere con i nostri amici americani” perché “il lavoro è ancora molto complesso, la cosa non è terminata ieri”. Da parte sua, il ministro della Giustizia Nordio , in un’intervista pubblicata oggi da La Stampa , sostiene che “la situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala . Dell’estradizione – dice il ministro – è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero”. “Quando si lavora di squadra, e si lavora con grande discrezione e in silenzio, si ottengono i risultati concreti, così come li ottenemmo per Alessia Piperno e altri cittadini italiani che siamo riusciti a liberare. Quando c’è collaborazione, quando i diversi comparti dello Stato collaborano, l’effetto positivo si moltiplica”, ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani .

Intanto, dagli Stati Uniti, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby sottolinea che “il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del Governo italiano dall’inizio alla fine” e che “è Roma che deve rispondere a domande specifiche.”

Il ruolo di Giorgia Meloni e Donald Trump

La premier Giorgia Meloni ha svolto un ruolo cruciale nella liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala , grazie a una visita a sorpresa a Mar-a-Lago , la residenza di Donald Trump in Florida. Durante questo incontro, Meloni ha ottenuto da Trump l’assicurazione di una non-conflittualità riguardo alla questione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi , arrestato su richiesta di Washington per presunti reati di spionaggio.

Condizioni della non-estradizione

Il via libera alla non-estradizione di Abedini dovrà essere comunicato entro un arco temporale di otto giorni, specificando che non potrà avvenire prima del 12 gennaio e non dopo il 19 gennaio . Questo termine è stato stabilito per evitare tensioni diplomatiche, considerando che il 12 gennaio sarebbe dovuta terminare la visita del presidente uscente Joe Biden in Italia, mentre il 20 gennaio è previsto l’insediamento di Trump alla Casa Bianca.

Lavoro diplomatico

Meloni ha confermato che dietro la liberazione di Sala c’è stato un intenso lavoro di triangolazione diplomatica tra Italia, Iran e Stati Uniti. Ha sottolineato che la situazione di Abedini è attualmente in fase di valutazione da parte del Ministero della Giustizia, e che il dialogo con gli Stati Uniti è fondamentale per affrontare la questione.

Dichiarazioni ufficiali

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che la situazione di Abedini deve essere analizzata nella sua complessità, e ha aggiunto che non è ancora arrivata una richiesta formale di estradizione. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby , ha ribadito che la decisione riguardante Cecilia Sala è stata esclusivamente del Governo italiano.

Tempistiche e condizioni della non-estradizione

Il no dell’Italia all’ estradizione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi dovrà arrivare entro un arco temporale di otto giorni , con scadenza non prima del 12 gennaio e non dopo il 19 gennaio . Questa tempistica è stata stabilita in seguito a un accordo raggiunto tra la premier Giorgia Meloni e il presidente in pectore americano Donald Trump durante una visita a Mar-a-Lago . La decisione di negare l’estradizione di Abedini, arrestato su richiesta di Washington, è stata influenzata dalla visita di Joe Biden in Italia, prevista per il 12 gennaio , che è stata successivamente annullata a causa di incendi in California. Negare l’estradizione mentre Biden si trovava nel Paese avrebbe rappresentato un affronto per gli Stati Uniti. D’altra parte, il 20 gennaio è previsto l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, il quale non può permettersi di iniziare il suo secondo mandato con una concessione all’Iran.

Con ogni probabilità, il ministro della Giustizia Carlo Nordio firmerà la non-estradizione di Abedini dopo la sentenza del 15 gennaio della Corte d’Appello di Milano riguardante la concessione degli arresti domiciliari all’ingegnere. La situazione di Abedini è considerata dal ministro una questione giuridica che deve essere studiata nella sua complessità, indipendentemente dall’esito positivo della liberazione di Cecilia Sala. In sintesi, le tempistiche e le condizioni per la non-estradizione di Abedini sono state definite in un contesto diplomatico complesso, con l’obiettivo di garantire la liberazione della giornalista italiana.

Le dichiarazioni dei politici italiani

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che la situazione di Abedini deve essere analizzata nella sua complessità , indipendentemente dal positivo esito della liberazione di Cecilia Sala . Ha sottolineato che è prematuro discutere dell’ estradizione , poiché la richiesta formale non è ancora pervenuta al ministero.

Commento di Nordio

  1. “La situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala.”
  2. “Dell’estradizione – dice il ministro – è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero.”

Commento di Tajani

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che quando si lavora in squadra e con discrezione, si ottengono risultati concreti, come nel caso di Alessia Piperno e di altri cittadini italiani liberati. Ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra i vari comparti dello Stato per moltiplicare gli effetti positivi.

Dichiarazione di Kirby

Dagli Stati Uniti, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha ribadito che “il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del Governo italiano dall’inizio alla fine” e che “è Roma che deve rispondere a domande specifiche.”

La posizione degli Stati Uniti

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby , ha evidenziato che “il caso di Cecilia Sala è stata una decisione del Governo italiano dall’inizio alla fine”. Ha inoltre sottolineato che “è Roma che deve rispondere a domande specifiche” riguardo alla vicenda.

Dettagli sulla non-estradizione

La non-estradizione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi è stata una condizione fondamentale per la liberazione di Sala. Il no dell’Italia all’estradizione dovrà arrivare entro un arco temporale di otto giorni , non prima del 12 gennaio e non dopo il 19 gennaio .

Contesto politico

La tempistica è cruciale, poiché il 12 gennaio sarebbe dovuta terminare la visita del presidente uscente degli Stati Uniti , Joe Biden , in Italia. Negare l’estradizione di Abedini mentre Biden si trova in Italia sarebbe stato considerato un affronto inaccettabile per Washington . Inoltre, il 20 gennaio è previsto l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il quale non può permettersi di iniziare il suo secondo mandato con una concessione all’Iran.

Fonte: tpi

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