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2024: Elezioni storiche e il loro impatto globale

Il 2024 si preannuncia come un anno storico per la democrazia globale, con elezioni che si svolgeranno in oltre sessanta paesi, coinvolgendo quasi il 45% della popolazione mondiale. Da Stati Uniti a India, passando per Russia e Messico, questi scrutini non solo determineranno i futuri leader nazionali, ma avranno anche ripercussioni significative sull’ordine internazionale. In un contesto di crescente contestazione dell’ordine liberale, le elezioni di quest’anno rappresentano un crocevia cruciale per le dinamiche politiche globali, con effetti che si estendono ben oltre i confini nazionali. Analizzeremo come le scelte degli elettori influenzeranno le relazioni internazionali e il futuro della democrazia in un mondo sempre più interconnesso.

L’Impatto delle Elezioni del 2024 sull’Ordine Politico Globale

Nel 2024, si sono tenute elezioni in circa sessanta paesi, un evento senza precedenti che ha avuto un impatto significativo sull’ordine politico globale. Quasi il 45% della popolazione mondiale è stato chiamato alle urne , con elezioni che hanno coinvolto sia regimi democratici che autoritari. Tra i paesi più popolosi che hanno partecipato a queste elezioni ci sono gli Stati Uniti, l’India, l’Indonesia, il Pakistan, il Bangladesh, il Messico e la Russia. Il 6 novembre 2024, la rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti ha avuto ripercussioni politiche globali . Trump ha promesso di interrompere le forniture di armi all’Ucraina, preferendo negoziare direttamente con la Russia, il che potrebbe alterare gli equilibri di potere nel conflitto in corso.

In Moldavia e Georgia, le elezioni hanno evidenziato un crescente divario tra candidati liberali e populisti, con Maia Sandu che ha vinto in Moldavia contro un avversario euroscettico e pro-Kremlin. In Georgia, il partito pro-russo ha vinto in un contesto di accuse di irregolarità elettorali. Questi eventi dimostrano che le elezioni non sono solo un fenomeno nazionale, ma hanno anche una dimensione internazionale , influenzando le relazioni tra stati e l’ordine politico globale. Infine, l’anno 2024 ha confermato che le elezioni possono essere utilizzate come strumento per contestare l’ordine internazionale liberale, con forze politiche illiberali che emergono anche in contesti democratici, sfidando l’integrità dell’ordine politico globale.

Elezioni Europee: Stabilità e Cambiamenti nella Politica Nazionale

Il 9 giugno 2024, circa 180 milioni di cittadini dell’Unione Europea (UE) si sono recati alle urne per eleggere 720 deputati al Parlamento europeo , con un tasso di partecipazione del 51%, il più alto degli ultimi vent’anni. La coalizione uscente, composta da conservatori (PPE, 176 seggi), socialdemocratici (S&D, 139 seggi) e liberali (Renew, 102 seggi), ha mantenuto il controllo, permettendo a Ursula von der Leyen di ottenere un secondo mandato alla guida della Commissione europea. Tuttavia, queste elezioni hanno avuto effetti significativi sulla vita politica nazionale di alcuni Stati membri . In Francia, il Rassemblement national (RN), guidato da Jordan Bardella, ha ottenuto un risultato storico con il 31,37% dei voti (30 seggi su 81), costringendo il presidente Emmanuel Macron a sciogliere l’Assemblea nazionale. Nonostante Macron avesse affermato che le elezioni europee non avessero rilevanza per la politica nazionale, il risultato ha portato a un’assenza di maggioranza nell’Assemblea, richiedendo oltre due mesi per formare un nuovo governo, guidato da Michel Barnier, che è caduto dopo soli tre mesi a causa di una mozione di censura.

La Contestazione dell’Ordine Internazionale Libero nei Regimi Democratici

Le elezioni del 2024 hanno evidenziato un crescente clivaggio politico all’interno dei regimi democratici, con una netta distinzione tra candidati “liberali” e “populisti”. I candidati liberali si sono presentati come i “gardianti” dell’ordine internazionale liberale e dello Stato di diritto, mentre i populisti hanno adottato pratiche e idee politiche “illiberali”, spesso ispirate da regimi autoritari. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente in paesi come la Moldavia e la Georgia, dove le elezioni hanno messo in luce la competizione tra forze pro-europee e forze euroscettiche. In Moldavia, la presidente pro-europea Maia Sandu è stata rieletta contro Alexandr Stoianoglo , un candidato euroscettico e pro-Kremlin. Durante le elezioni, è stato anche indetto un referendum sull’inserimento dell’adesione all’UE nella Costituzione, che ha visto prevalere il “sì” con il 50,35% dei voti, nonostante le accuse di ingerenza russa.

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